Il sindaco Bianco e l’assessore alla Cultura Licandro, durante un incontro con i giornalisti, hanno spiegato come, con 6 milioni di euro di fondi comunitari, si potrà realizzare la completa fruizione del maniero federiciano, parte essenziale di una “dorsale della cultura” sul modello di Avignone.
Un progetto per una completa fruizione del Castello Ursino che era stato dimenticato e, grazie alla riunione comune delle giunte della Regione Siciliana e del Comune svoltasi il 3 luglio scorso a Catania, è stato recuperato. Ne hanno parlato durante un incontro con i giornalisti nel maniero federiciano il sindaco di Catania Enzo Bianco e l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa Orazio Licandro, spiegando che grazie ai fondi recuperati ‘ per circa 6 milioni di euro – il progetto potrebbe andare in gara già entro il 31 di dicembre del 2013 se si individua la misura in cui inserirlo. Altrimenti slitterà di alcuni mesi.”Ritengo che sia di grande importanza ‘ ha spiegato Bianco ‘ aver recuperato questo progetto, che giaceva dimenticato dalla burocrazia e che invece riveste una notevole importanza per la nostra città. L’assessore Licandro ha lavorato di concerto con l’assessore regionale alle Infrastrutture Nino Bartolotta per recuperare i fondi e valutare il progetto, che prevede di mettere in completa sicurezza l’intera struttura con la realizzazione di una scala esterna per l’accesso al secondo piano e di realizzare una serie di servizi anche per il turismo”.
Il progetto, presentato per la prima volta nel 2007, ha subito una serie di modifica e dal 2011 non se ne sapeva più nulla.”Quando sarà recuperato ‘ ha spiegato Licandro ‘ il Castello Ursino diverrà il luogo principe dell’offerta e della produzione culturale di Catania. Pensiamo a un percorso che parte idealmente dal monastero dei Benedettini e passa per il Teatro antico per raggiungere proprio il maniero federiciano, costituendo anche sotto il profilo urbanistico una sorta di ‘dorsale della cultura’ che sia sede permanente per spettacoli e manifestazioni culturali sul modello di Avignone che possano dare supporto al turismo. E, con questo spirito, nel castello nasceranno un book shop e una caffetteria”.Nel corso dell’incontro sono state inoltre presentate tre opere di Antonino Gandolfo parte di un lotto di 19 recentemente donato da un discendente del pittore alla città di Catania, e una tela di Giuseppe Sciuti, “L’ingresso a Sassari di Giovan Maria Angioy”, che fa parte delle otto opere restituite dalla Provincia regionale etnea al Museo civico proprio in questi giorni.Le tele del Gandolfo, pittore verista contemporaneo di Sciuti che, come ha sottolineato Licandro “Ha proiettato Catania nella cultura dell’Ottocento”, sono “Il compenso”, “La musica forzata” – una delle più note ‘ e il ritratto del figlio Luigi. Quest’ultimo dipinto andrà ad arricchire la collezione di ritratti attualmente in esposizione nel secondo piano del Castello.
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