Catania, Ammodernamento della Strada statale 284 Adrano-Paternò. Presentato alla Provincia lo studio di fattibilità

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Presentato alla Provincia di Catania lo studio di fattibilità per l’ammodernamento della strada statale 284 nel tratto Adrano-Paternò. Il segmento oggetto di analisi della ‘Occidentale Etnea’ ha un’estensione di circa 15 chilometri e necessita di intervent…

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di redazione

La Provincia di Catania rende noto che Foto allegate:

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Presentato alla Provincia di Catania lo studio di fattibilità per l’ammodernamento della strada statale 284 nel tratto Adrano-Paternò. Il segmento oggetto di analisi della ‘Occidentale Etnea’ ha un’estensione di circa 15 chilometri e necessita di interventi per migliorare il piano viabile e ridurre il rischio di incidenti. All’incontro hanno partecipato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, il deputato nazionale, Salvo Torrisi, il deputato regionale Nino D’Asero, gli ingegneri rappresentanti dell’Anas Ugo Dibennardo, Giovanni Iozza, Ilaria Coppa e Milena Panebianco, l’ingegnere capo della Provincia Giuseppe Galizia, diversi sindaci e rappresentanti dei Comuni, e consiglieri provinciali. I dati forniti all’Anas, dalla Polizia stradale e dall’Aci, hanno permesso di formulare un’indagine sulla elevata incidentalità del segmento stradale in questione ad eccezione del tratto Biancavilla-Licodia dove il tasso di tamponamenti è crollato grazie alla barriera installata tra le corsie in questi ultimi anni.Oltre alla verifica degli incidenti, che ha permesso di individuare le priorità di intervento, sono stati focalizzate le criticità del sistema stradale (analisi dello stato di fatto); verificate le distanze di visuale libera disponibile (verifica plano-altimetrica del tracciato); ricostruiti i flussi veicolari esistenti e futuri (si ipotizza che nel 2015 percorreranno giornalmente la ss 284 nel tratto Paterno-S.M. di Licodia circa 15.000 veicoli leggeri e 3.400 veicoli pesanti); e infine l’analisi dei costi-benefici ha permesso di verificare l’utilità sociale dell’intervento. ‘Lo studio dell’Anas è il frutto di un’attenzione verso il territorio provinciale e di una strategia di programmazione condivisa con i rappresentanti istituzionali del comprensorio interessato ‘ ha affermato il presidente dell’Amministrazione provinciale, Giuseppe Castiglione-. Oggi abbiamo pronto un documento scientifico per chiedere i finanziamenti alle sedi opportune e dare risposte concrete ai centri dell’entroterra che, per caratteristiche storiche e bellezze naturalistiche, si candidano legittimamente ad attrazione turistica’. Gli onorevoli D’Asero e Torrisi hanno sostenuto l’iniziativa rispettivamente nelle sedi dell’Assemblea regionale e del Parlamento nazionale. ‘Le istituzioni hanno l’obbligo di garantire la percorribilità in sicurezza delle strade ‘ hanno affermato i deputati D’Asero e Torrisi ‘. I normali standard di guida devono essere garantiti e soprattutto devono essere evitati incidenti causati dal tracciato pericoloso o dal mancato rispetto del Codice della strada da parte degli utenti. Lo spartitraffico centrale rappresenta un intervento tampone e comunque efficace per risolvere un problema di estrema gravità in attesa dei lavori risolutivi come l’allargamento della carreggiata, prima, soprattutto nei punti in curva, e il raddoppio delle corsie in seguito’. Tre gli step evidenziati nello studio di fattibilità: a breve, medio e lungo termine. Una soluzione minima, i cui costi non superano i 100 mila euro, che prevede anche interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, integrazione di segnaletica verticale, con l’installazione di cartelli con i limiti di velocità e sistemi di rilevamento della velocità; una soluzione intermedia che, oltre a includere la manutenzione, apporta una serie di modifiche nel tracciato prevedendo corsie di decelerazione negli svincoli e allargamenti di curve. L’ultima ipotesi, quella risolutiva, è l’adeguamento dell’intero tracciato per il quale, però, necessita un finanziamento di circa 80 milioni di euro risorse da reperire dai fondi del Piano per il sud o dalle cosiddette ‘risorse liberate’.