Catanese si converte all’Islam e riduce in schiavitù la compagna
Personale della DIGOS della Questura di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un 31enne di Catania.
Ridotta in schiavitù la compagna
L’uomo è indagato per i reati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale continuata, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali gravissime, tutti aggravati dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver approfittato della forza fisica. I reati sono stati commessi nei confronti della donna con cui aveva convissuto nel periodo da aprile al 20 settembre 2017. Il provvedimento arriva a conclusione di una rapida, quanto intensa, attività d’indagine.
La vittima
La vittima, di nazionalità russa, era da tempo residente in Italia in un piccolo paese della Lombardia e, come descritto nella dettagliata denuncia sporta presso la Squadra Mobile di Torino, aveva conosciuto il suo carnefice sul finire del 2016, su un gruppo aperto su whatsapp. Dopo essersene invaghita tanto da lasciare il paese in cui viveva, la donna, lo scorso mese di aprile, ha raggiunto a Catania l’uomo che, essendosi convertito alla fede musulmana, si presentava sempre come originario dal Marocco col nominativo di Yussuf.
Violenze sessuali e minacce di morte
Dopo un breve periodo di serenità, la convivenza ha assunto i caratteri di un calvario costellato dal susseguirsi di gravissime violenze a sfondo sessuale, da plurime e gravi condotte vessatorie, da sevizie fisiche e psicologiche e da varie prevaricazioni. Molte le minacce di morte, per sé e i per i propri familiari, di cui era fatta oggetto la donna che spesso era costretta a non uscire di casa e a subire aggressioni, nel corso delle quali ha anche riportato lesioni gravissime, tanto da esser costretta a far ricorso alle cure dei sanitari, sempre alla presenza costante del D’IGNOTI il quale la costringeva a fornire versioni non veritiere.
La vittima, inoltre, era costretta ad indossare il velo islamico, a pregare insieme all’uomo e a visionare vari video in cui erano riprese uccisioni commesse da uomini arabi in divisa nera e verde, in danno di prigionieri occidentali, uccisi perché “infedeli”. Lo scopo ultimo dell’uomo era quello di farle odiare il popolo italiano, la obbligava a non andare in giro come le donne occidentali perché la conversione all’Islam di una donna con capelli biondi e occhi chiari gli avrebbe fatto acquisire prestigio nei confronti degli altri islamici.
La fuga
La donna, dopo l’ennesima aggressione, è riuscita a fuggire proprio mentre si trovava ricoverata presso un ospedale catanese. Da lì ha iniziato un lungo viaggio in treno, passando per Paternò, Napoli per poi giungere a Torino dove, lo scorso 22 settembre, ha sporto una denuncia dettagliata dei fatti subìti al personale della Squadra Mobile della Questura. E’, quindi, iniziato un certosino lavoro di riscontro condotto dal personale della DIGOS di Catania, sfociato nell’arresto del 31enne. Dopo esser stato prelevato presso la propria abitazione, l’uomo è stato prima condotto in Questura e poi rinchiuso nella Casa Circondariale di Catania.