Prenderà il via giovedì 24 agosto a Castelbuono (Palermo) la terza edizione di CASTELBUONO CLASSICA, la rassegna dedicata alla grande musica che per quattro giorni, fino a domenica 27 agosto, trasformerà il borgo madonita in un suggestivo teatro a cielo aperto. Nei sette concerti in programma verranno affrontati repertori che spaziano dai grandi compositori della storia ad autori contemporanei, in particolare siciliani, con un occhio di riguardo al principe degli strumenti musicali, il pianoforte, declinato in tutte le sue possibilità, sia come solista che inserito in organici da camera che vanno dal trio a ensemble di oltre trenta elementi.
Protagonisti dei quattro concerti serali in Piazza Castello saranno il virtuoso pianista ucraino Alexander Romanovsky, considerato un’eccellenza a livello mondiale, l’Ensemble Ubertini diretto da Lorenzo Antonio Iosco, che presenterà lo spettacolo dal titolo Hot Tunes, Cold War con la prestigiosa collaborazione della pianista Gilda Buttà, il nuovo ensemble del pianista e compositore palermitano Giacomo Cuticchio, che proporrà il suo Concerto Mediterraneo con la direzione del giovane Salvatore Barberi, e il Trio Arté, formazione palermitana tra le più interessanti del panorama nazionale.
Lungo il solco tracciato negli scorsi anni, che vede Castelbuono Classica impegnata nella valorizzazione dei talenti siciliani, non potranno mancare i concerti pomeridiani gratuiti, che il 25, il 26 e il 27 agosto saranno affidati al giovanissimo pianista Gabriele Laura, al duo chitarristico Camelia-Tornello e all’ensemble Les Flutes en Vacances.
Anche quest’anno Castelbuono Classica unisce la musica e le altre arti con il progetto Chiamata alle arti. In occasione del festival, dal 20 agosto al 17 settembre Putia Art Gallery ospiterà la mostra personale di Alessandro Di Giugno, dal titolo Magenta, in cui l’illustre artista della fotografia denuncia il devastante spettacolo degli incendi estivi. In un percorso visivo che ritrae intere vegetazioni, piante e alberi bruciati, attraverso un filtro Di Giugno trasfigura il paesaggio in immagini ancora verdi, ma non per questo vive, che danno l’illusione di una natura intatta e ne amplificano, anticipandola, la capacità rigenerativa. Alcuni scatti sono stati selezionati per la comunicazione visiva della rassegna.
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