Alla fine la politica si autoassolve e scarica su dirigenti e funzionari della Gesap le responsabilità, dopo l’arresto di Roberto Helg, pescato in flagrante con la mazzetta da 100 mila euro chiesta al pasticcere Palazzolo per la conferma della concessione dello spazio commerciale all’aeroporto.
I soci della Gesap Leoluca Orlando per il Comune di Palermo, il Commissario Manlio Munafò per la Provincia, il sindaco Gangiacomo Palazzolo per il Comune di Cinisi, Alessandro Albanese vice presidente della Camera di Commercio, riuniti in seduta informale, visto che l’Assemblea era già stata convocata ufficialmente per il 12 marzo, hanno deciso che il direttore generale Carmelo Scelta vada sospeso per il ruolo che avrebbe avuto nella vicenda. Secondo Palazzolo, infatti, sarebbe stato lui a consigliargli di parlare con Helg per vedere di appianare le difficoltà circa la royalty troppo bassa prevista dal contratto precedente.
Per Scelta dunque vale la presunzione di responsabilità, mentre per i componenti del Consiglio di Amministrazione dal Presidente Giambrone all’amministratore delegato Colombo a tutti gli altri, che dovevano approvare il rinnovo del contratto, vale invece, la presunzione di innocenza, nonostante lo stesso avesse parlato di garanzie da fornire a qualcuno, che non poteva essere Scelta che non vota in CdA.
Il problema non è trovare colpevoli a tutti i costi: è solo capire il metro di giudizio usato da Orlando e soci. Non c’è dubbio che Giambrone e Colombo hanno una reputazione immacolata e tutti dicono che stanno lavorando bene. Ma allora questo significa che Scelta non ha la medesima reputazione? E, se così è, come mai è rimasto per quasi dieci anni al vertice operativo della società?
Il tentativo di scrollarsi di dosso le responsabilità, è evidente anche nella decisione di ruotare dirigenti e funzionari: se è vero che ciò è buona norma in tutte le amministrazioni, onde evitare “incrostazioni” o posizioni di potere, farlo adesso significa additare qualcuno all’opinione pubblica che, peraltro, secondo le risultanze attuali, non c’entra niente con la vicenda Helg.
Orlando e compagnia dovrebbero anche spiegare, sul piano politico, come mai non hanno ritenuto censurabile un modus operandi che prevede per alcuni spazi commerciali gare e per altri affidamenti diretti, con royalties “ballerine” che vanno dal 7% al 18% in base a criteri che, al momento, non è dato conoscere.
Tutti i componenti del CdA della Gesap sono, fino a prova contraria, persone degnissime e affidabili, ma hanno la responsabilità oggettiva di non aver vigilato sul modus operandi che, altrettanto oggettivamente, lascia margini a manovre discrezionali e quindi al rischio di corruzione. Se le concessioni della Gesap fossero state tutte assegnate con gara e con base d’asta, Helg non avrebbe avuto la possibilità di taglieggiare nessuno.
Un’altra occasione persa per dimostrare che la politica è in grado di svolgere il proprio compito senza farsi surrogare dalla magistratura, da cui a questo punto si aspetta chiarezza.
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