ROMA (ITALPRESS) – “La nostra azienda produce software che aiutano gli utenti a utilizzare nel modo più semplice possibile i loro strumenti di lavoro. Il nostro obiettivo è connettere le utenze in ufficio o in giro per il mondo con il loro ambiente di lavoro tradizionale e fornire un’infrastrutture che funziona, mantenerla aggiornata e fare in modo che i device si possano gestire da remoto”. Così Roberto Casetta, Chief Revenue Officer Matrix42, intervistato dall’agenzia di stampa Italpress. “L’impiego del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la digitalizzazione riguarda una parte di infrastruttura e di utenza, dobbiamo crescere su due livelli. Rispetto all’infrastruttura vediamo sempre più che il cloud è la linea guida, riuscire a portare le applicazioni a livello di cloud facilita la possibilità di poterle utilizzare grazie a una connessione internet”.
“La digitalizzazione aiuta molto la produzione delle aziende, basti considerare il risparmio del fattore tempo. Quello che dobbiamo ancora migliorare -spiega Casetta- è la capacità di misurare la produttività e spostare, forse più in Italia rispetto ad altri paesi, il parametro di giudizio dal tempo impiegato alla qualità del tempo. I nostri strumenti permettono di aiutare questo tracciamento, l’obiettivo non è monitorare quanto uno lavora ma la qualità prodotta”.
In ambito di digitalizzazione della sanità “abbiamo fatto grandi passi in avanti e l’Italia è uno dei Paesi migliori in questo ambito. Quello che vogliamo fare è semplificare l’utilizzo di strumenti in ambito sanitario, portarli in cloud creando un network che consenta il consulto di una cartella di un paziente da device diversi e ovviamente da postazioni diverse. In Italia arrivare ad avere una gestione di dati centralizzati sul cloud -continua Casetta- significa poterli gestire in maniera più sicura, diminuire la dispersione di informazioni su tanti siti e ridurre i punti di attacco cyber e poi renderle usufruibili in modo semplice perchè la digitalizzazione del Paese deve andare incontro ai cittadini. Il mercato ci richiede la disponibilità del nostro software su piattaforme diverse, per esempio il telefono che è sempre più utilizzato per lavorare. E’ importante adattare e semplificare. Nel futuro avremo più tipologie di device e meno server. Spostarsi nel cloud vuol dire avere una diversificazione maggiore di strumenti più performativi”.
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