Caro bollette, Sicindustria Ragusa alla mobilitazione provinciale
“Le difficoltà, in questo momento, sono a tutti i livelli, a partire dal comparto manifatturiero che sinora ha resistito all’incremento del 400% del costo dell’energia, anche facendo ricorso al credito bancario come misura immediata. L’impossibilità di riversare sul prodotto finito i rimandi porterà inevitabilmente all’indebolimento dei bilanci e questo significa dover prendere misure drastiche a cui nessuna impresa sana vorrebbe mai ricorrere: cassa integrazione, riduzione del personale con conseguenze dirette sulla tenuta sociale del territorio”.
Così il vice presidente di Sicindustria Ragusa, Giorgio Cappello, imprenditore del settore metalmeccanico che oggi ha preso parte alla manifestazione provinciale contro il caro energia, insieme con il presidente territoriale della Piccola Industria, Ciro Lambro, che afferma: “I costi dell’energia stanno incidendo fortemente e parecchie aziende stanno riducendo i turni produttivi. Se continua così ad inizio dell’anno si dovranno probabilmente chiudere anche delle linee, con una ricaduta sociale importante. Occorrono interventi immediati, misure concrete, come quella relativa all’effettiva fruizione del credito d’imposta per le imprese energivore attualmente utilizzabile fino al 30 marzo 2023, ma che nella pratica non si riuscirà a utilizzare, visto il ristretto lasso di tempo, in presenza dei cassetti fiscali delle imprese già pieni di crediti. Proponiamo di diluire il credito di imposta per recuperare questi soldi in più tempo rispetto alla scadenza attualmente fissata”.
Le istanze di Sicindustria sono state condensate in un documento unitario delle sigle datoriali oggi scese in piazza, consegnato al prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, alla presenza del senatore Salvo Sallemi e dell’onorevole Ignazio Abbate. Sicindustria ha anche evidenziato la presenza, tra i propri associati, di imprese che per la tipologia produttiva non possono in alcun modo fermare il processo produttivo, pena irrimediabili danni. Per questi settori è stata chiesta una particolare tutela nel mantenimento regolare delle forniture di gas. Sicindustria ha inoltre fatto presente che le soluzioni alla crisi energetica passano anche dal razionale sfruttamento di risorse naturali di cui il territorio dispone, ossia la disponibilità di gas rinvenuto nel corso di recenti ricerche tecnologiche.