Carini, il comune costretto a pagare 6,4 milioni di euro

Pesano come macigni per il comune di Carini, due sentenze immediatamente esecutive emesse dal Tribunale di Palermo contro l’ente pubblico, che ha perso altrettante cause avviate almeno 20 anni fa e ad…

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di redazione

Pesano come macigni per il comune di Carini, due sentenze immediatamente esecutive emesse dal Tribunale di Palermo contro l’ente pubblico, che ha perso altrettante cause avviate almeno 20 anni fa e adesso dovrà pagare più di 6 milioni di euro. La prima avviata nel 1992 riguarda una convenzione tra il comune e la So.Ri., l’ente che gestisce l’erogazione idrica nella cittadina. La vicenda ruota alla gestione dell’acqua, prima affidata dalla So.Ri, poi all’ente pubblico, su disposizione di una legge statale. In primo grado furono assolti gli amministratori della So.Ri., condannati poi parzialmente in secondo grado e infine assolti definitivamente in Cassazione. Il sindaco dell’epoca doveva restituire quindi gli impianti ma non diede esecuzione alla sentenza di primo grado, ma solamente a quella della Corte Suprema. Ma quel punto gli impianti utilizzati per un periodo dal comune, presentavano danni. E la So.Ri. così chiese il risarcimento, che oggi, a distanza di 20 anni è arrivato. Il comune deve sborsare adesso 5,4 milioni di euro.
La seconda sentenza che condanna l’ente pubblico, riguarda una vecchia procedura di esproprio nella zona di Via Antonello Da Messina. In questo caso il comune che ha perso la causa, deve sborsare due proprietari dei terreni dove furono realizzate case di edilizia economica popolare. Vincenzo e Salvatore Russo riceveranno 1 milione di euro.
Ai già diversi problemi economici che gravano sul comune di Carini, come le spese per l’Ato Rifiuti e l’evasione fiscali, si aggiungono quindi altri due pesanti macigni. E il sindaco Giuseppe Agrusa è costretto a tagliare i servizi, confidando nella comprensione dei cittadini.