Carini: donna serba si finge posseduta e truffa anziana
La vittima è una donna 62enne residente a Carini nubile, che una mattina nell’uscire dalla propria abitazione nota fuori dalla propria finestra una croce rossa disegnata sul muro…
di redazione
I Carabinieri della Stazione di Carini hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare per truffa aggravata emessa dal G.I.P. di Palermo (Dott. Ricciardi) su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo (Dott.ssa Tartaglia) a carico di Dragica JOVANOVIC, 34enne serba, domiciliata a Carini da 2 anni circa, convivente con un carinese anch’egli coinvolto nella vicenda e per questo sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
La vittima è una donna 62enne residente a Carini nubile, senza figli e pensionata. Una mattina nell’uscire dalla propria abitazione nota fuori dalla propria finestra una croce rossa disegnata sul muro.
La donna si spaventa comincia a pensare che possa essere un segno di cattivo presagio. In quel momento incontra un suo vicino, il quale, notando la situazione, la convince che quel simbolo sia il segnale che il diavolo si sia impossessato di lei.
La donna, spaventata chiede aiuto a quest’uomo il quale la rassicura dicendole che conosce una donna che potrebbe aiutarla.
Questa signora, la JOVANOVIC, conferma che quei simboli sono un chiaro avvertimento del diavolo e che solo un rito può aiutarla a liberarsi del demonio: bruciare 15.000 euro.
Per questo la donna, va in banca, dove ritira dal suo conto corrente la cifra richiesta. Ottenuto il contante la vittima si reca presso l’abitazione della JOVANOVIC dove questa prende in consegna il denaro per andare poi insieme alla signora in una stanza scura, piena di candele. Inizia il rito, JOVANOVIC invita la donna a pregare con lei e nel frattempo sostituisce le banconote con pezzi di carta bruciati. Dopo alcuni giorni, la signora si accorge di altri simboli nella propria abitazione.
Si reca nuovamente dal suo vicino, il quale le dice che probabilmente un rito non è stato sufficiente e che quindi sarà necessario farne un altro. La donna incontra nuovamente la JOVANOVIC la quale conferma che l’apparizione di altri simboli siano un chiaro segnale e che stavolta sarà necessario fare un altro incontro di preghiera dove dovrà uccidere e seppellire un agnello come simbolo del sacrificio, bruciando ulteriori 30.000 euro.
La donna disperata non sa dove poter recuperare altro denaro e la JOVANOVIC si propone di prestarle i soldi ovviamente con debito di restituzione.
A questo punto, in preda al panico, la donna si rivolge ad un confessore di Carini, che capisce immediatamente l’inganno accompagnando la 62enne dal Comandante di Stazione.
Il colloquio non è dei più semplici. La signora infatti, plagiata dalla JOVANOVIC e dal suo convivente, è assolutamente convinta della disgrazia che si potrebbe abbattere su di lei se non porterà a termine il sacrificio.
Solo la pazienza e l’esperienza del Comandante di Stazione riusciranno a far rendere conto alla vittima che si tratta in realtà di una truffa convincendola a collaborare.
I militari iniziano perciò un’intensa attività d’indagine, attraverso la quale trovano i riscontri di quanto dichiarato dalla donna.
Parlano con l’impiegata della banca, che conferma l’enorme preoccupazione della donna che le aveva riferito di dover prelevare tutto quel contante poiché malata e che quei soldi sarebbero serviti per curala; individuano il vicino e la sua compagna.
A questo punto, raccolte tutte le prove di colpevolezza a carico della JOVANOVIC e del suo compagno, l’Autorità Giudiziaria, recependo a pieno le risultanze investigative prodotte dai militari, ha emesso nei confronti della JOVANOVIC la misura cautelare degli arresti domiciliari la quale è stata rintracciata dai Carabinieri che l’hanno condotta presso la sua abitazione, donando di nuovo tranquillità alla povera vittima.