“Nella mia visione il Ponte sullo Stretto è una priorità. Può essere fatto con risorse nazionali e presto la relazione del Comitato appositamente insediato ci dirà anche quale modello è preferibile. Ma non facciamo gli ingenui: il Ponte è una di quelle grandi opere che cambiano un Paese. Serve un accordo politico forte per arrivare fino in fondo. L’opera non è una bandierina politica di questo o di quello, inutile tagliare il nastro se poi sarà un’altra incompiuta. Dobbiamo promuovere un “Patto per il Ponte” che regga nel tempo”. A dirlo, in un’intervista all’edizione di Palermo del quotidiano “La Repubblica” il ministro per il Sud, Mara Carfagna. Il Pnrr è “l’opportunità irripetibile” per la Sicilia, “adesso che le risorse ci sono, chi potrà più guardare in faccia gli italiani, i meridionali, i siciliani, se non saprà fare il suo dovere?”, si chiede.
Nell’Isola, tra gli interventi principali “ci sono l’alta velocità sulla tratta Palermo-Messina-Catania e gli importanti investimenti sui porti e sulle due ‘Zone economiche speciali’ dell’isola, per un totale di 325 milioni. Le aree interne avranno ossigeno attraverso una quota importante dei 300 milioni destinati al Sud. Ma aggrediremo anche il problema della dispersione idrica”, afferma Carfagna, spiegando che la Sicilia “ospiterà sicuramente uno degli ecosistemi dell’innovazione finanziati dal Pnrr, luoghi anche ‘fisici’ dove ricerca e imprese incrociano i loro progetti. Ma stiamo avviando azioni importanti pure fuori dal perimetro del Recovery Plan. Ad esempio, stiamo lavorando a stretto contratto con Terna per semplificare normativamente importanti investimenti della società elettrica in Sicilia, per il valore di un miliardo e 700 milioni nei prossimi cinque anni”.
Evidenziando che “il decreto Semplificazioni sarà tra le prime riforme collegate al Recovery Plan ad andare in porto e aiuterà le Regioni a chiudere la stagione dei bandi infiniti”, il ministro sottolinea che “sarà anche l’occasione per capire chi è amico dello sviluppo, e quindi interessato ad approfittare dell’occasione per promuovere un vero cambiamento, e chi no: sono certa che il presidente Musumeci e gli altri presidenti delle regioni meridionali fanno parte della prima categoria”.
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