Carenza infermieri Sicilia. Presso la sede dell’Opi di Palermo i rappresentanti degli Ordini delle professioni infermieristiche della Sicilia ed i delegati delle più rappresentative sigle sindacali del comparto hanno tenuto una conferenza stampa congiunta per affrontare insieme lo stato di crisi che coinvolge la categoria a causa della carenza di personale nelle strutture pubbliche e private accreditate.
Oltre ai rappresentanti dei 9 ordini professionali provinciali erano presenti i delegati della UIL FPL Sicilia, della FIALS, della CGIL, del NURSING UP, della FGU GILDA UNAMS, del NURSIND, della FSI USAE ed anche una delegazione dell’Ordine dei TSRM-PSTRP di Palermo
Tema centrale della conferenza è stata la progressiva riduzione della sicurezza nelle strutture ospedaliere derivante proprio dalla grave carenza di personale infermieristico, delle professioni sanitarie, tecniche e della prevenzione. Il che comporta inevitabilmente una diminuzione della qualità e della sicurezza delle cure erogate ed un contestuale aumento del rischio clinico.
In merito alle strutture pubbliche la richiesta del coordinamento OPI Sicilia e dei sindacati verte su un’adeguata programmazione del numero di infermieri e infermieri pediatrici da assumere, con i prossimi annunciati concorsi da bandire, in un numero tale che ci si possa avvicinare al rapporto infermiere paziente di 1 a 8, come già avviene nelle regioni più virtuose in termini di efficacia, efficienza, qualità e sicurezza delle cure mentre in Sicilia esistono unità operative di importanti ospedali pubblici dove è in servizio un unico infermiere.
Anche il rapporto numerico fra medici e infermieri è drammatico: secondo i dati elaborati dalla Ragioneria Generale dello Stato – Ministero dell’Economia, dovrebbe essere 1/3 mentre in Sicilia è 1/1,86. Facendo un semplicissimo calcolo, risulta che in Sicilia ad oggi mancano 9.750 infermieri nelle sole strutture pubbliche.
Secondo il coordinamento degli ordini professionali e i sindacati del comparto, anche l’avvio dei due concorsi di bacino per l’assunzione di 1.700 fra infermieri e operatori socio sanitari, non risolverà il grave stato di crisi che risulta addirittura drammatico nelle aree di emergenza e di terapia intensiva, a causa dell’aumento della richiesta, sia quantitativa sia qualitativa, e della complessità delle prestazioni erogate tipiche della stagione estiva.
“Denunciamo il rischio di collasso del sistema sanitario regionale – Sebastiano Zappulla a nome del coordinamento OPI Sicilia – una prospettiva oggi quanto mai concreta in ragione anche della fuoriuscita dal lavoro di quanti stanno usufruendo di quota 100. Solo in Sicilia parliamo di 6.139 infermieri che nel 2018 hanno raggiungo quota 100 e di questi 1.842 sono gli infermieri che usciranno dal lavoro in tempi brevissimi, determinando, in mancanza di provvedimenti immediati il black-out del sistema.
Nono è migliore la situazione nelle strutture private accreditate per le quali assistiamo ancora a disposizioni normativa inaccettabili che, attribuendo un minutaggio di 76 minuti a paziente al giorno, si traduce in un rapporto infermiere – pazienti di 1 a 19. La stessa legge regionale 39 del 1988 prevede ancora la possibilità di inserire negli organici del personale infermieristico e tecnico dei professionisti a contratto, nella misura massima del 20 per cento della relativa dotazione organica. Norma che va immediata abrogata poiché costituisce un’autentica estorsione nei confronti del personale infermieristico”.
Infine rimane ancora senza alcuna risposta la crescente domanda di assistenza infermieristica territoriale che, attraverso l’istituzione di un adeguato contingente di infermieri di famiglia e/o infermieri territoriali, offrirebbe uno straordinario contributo per la riduzione del grave fenomeno del sovraffollamento nei pronto soccorso oltre a migliorare qualità e quantità dei servizi erogati sul territorio.
Domani mattina i rappresentanti sindacali parteciperanno ad un nuovo incontro convocato dall’Assessorato alla Salute nella speranza di ricevere risposte concrete sullo stato di crisi. “In mancanza di provvedimenti urgenti e convincenti procederemo uniti e compatti ad una nuova e più determinata fase di protesta” questa la linea concordata, al termine della conferenza stampa, dagli ordini professionali e dalle sigle sindacali presenti.
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