Care-Mediflora. Ben 107 specie vegetali per 154 campioni raccolti e crio-conservati nella Banca del Germoplasma di Catania, su cui sono stati eseguiti 113 test di germinazione, oltre 3mila piante appartenenti a 20 specie diverse riprodotte ed utilizzate per azioni di conservazione in-situ.
Sono i risultati di “Care-Mediflora. Conservation Actions for Threatened Mediterranean Island Flora: ex situ and in situ joint actions”, progetto internazionale finanziato dalla MAVA Foundation di Gland in Svizzera e coordinato dalla IUCN che, a conclusione dei 40 mesi di interventi, ha prodotto il miglioramento dello stato di conservazione delle specie vegetali mediterranee minacciate.
Il progetto è stato realizzato da sei centri di ricerca che operano nel Mediterraneo – Fondazione giardino botanico di Sòller (Isole Baleari, Spagna), Assessorato Difesa ambiente della Regione della Corsica, Conservatorio botanico nazionale (Francia), Centro servizi Hortus Botanicus Karalitanus dell’Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, MAICh – Istituto agronomico Mediterraneo di Chania (Creta, Grecia) e l’Istituto di Ricerca agraria di Cipro in collaborazione con il Dipartimento Forestale (Cipro) – con il coordinamento del Gruppo specialista delle piante mediterranee della IUCN che hanno lavorato congiuntamente per soddisfare le esigenze di conservazione a breve e a lungo termine.
In particolar modo sono intervenuti per migliorare la conservazione in situ di alcune specie vegetali delle isole del Mediterraneo (Isole Baleari, Corsica, Sardegna, Sicilia, Creta e Cipro) maggiormente a rischio di estinzione attraverso azioni di gestione in situ e la conservazione ex situ delle specie vegetali, a maggiore rischio di estinzione attraverso la raccolta del germoplasma, la conservazione nelle banche del germoplasma e la duplicazione dei campioni rappresentativi della diversità complessiva delle specie selezionate. Tra gli altri risultati raggiunti anche il rafforzamento e l’ampliamento della “Rete GENMEDA – Rete di Centri di Conservazione della flora delle regioni mediterranee” che collega numerose istituzioni scientifiche mediterranee.
Per quanto riguarda la Sicilia, oltre alle attività di conservazione ex situ, sono stati eseguiti diversi interventi concreti di conservazione realizzati in natura. In particolar modo ben nove interventi che per la prima volta hanno interessato sette specie diverse, di cui cinque endemiche della Sicilia minacciate o gravemente minacciate secondo l’IUCN – Betula aetnensis (betulla dell’Etna), Urtica rupestris (ortica delle rupi), Dianthus rupicola ssp. rupicola (garofanino delle rupi), Astragalus raphaelis (astragalo di Ciferri) e Muscari gussonei (Giacinto dal pennacchio di Gussone) – e due che, ancorché presenti in altre zone del Mediterraneo, in Sicilia sono presenti in popolazioni puntiformi e con pochissimi individui, il Tripolium pannonicum (astro marino) e Origanum onites (origano siciliano).
Le azioni di conservazione sono consistite nella creazione di nuove popolazioni (traslocazione), nel rinforzo di popolazioni esistenti, nell’eradicazione di specie aliene invasive, nel restauro della vegetazione naturale e nelle creazioni di sistemi di difesa passiva delle popolazioni naturali.
In Sicilia sono state coinvolte le riserve naturali “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” di Aci Trezza, “Grotta Monello”, “Grotta Palombara” e “Complesso speleologico Villasmundo-S. Alfio” nel Siracusano e “Vallone di Piano della Corte” di Agira gestite dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania, “Saline di Priolo” e “Biviere di Gela” gestite dalla Lipu, il Sic “Monte Chiapparo” e il Parco dell’Etna.
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