Doveva essere il colpo dell’anno, se non del secolo. Da chissà quanti giorni stavano letteralmente depredando la sede dell’ex base della Marina Militare di Isola delle Femmine, spinti dalla bramosia di mettere le mani su quello che ormai è diventato l’oggetto del desiderio di ogni criminale degno di questo nome, l’oro dei tempi moderni, il rame.
L’epilogo di questa tentata impresa, però, non è certo quello che i 7 professionisti del crimine avevano preventivato, se non altro perché sono finiti tutti in manette.
Si tratta di: Vito Enea, classe 1973; Salvatore Gambino, classe 1976; Antonino Giustiniani, classe 1960; Natale Lo Cicero, classe 1976; Francesco Noto, classe 1984; Francesco Renda, classe 1980; Michele Viola, classe 1978; Tutti con a proprio carico precedenti di polizia di ogni genere.
Il tutto si è svolto nell’afoso pomeriggio di ieri. Chiamati dal personale della Marina Militare in servizio presso l’ex base DGM di Isola delle Femmine, i Carabinieri della locale Stazione hanno constatato un ingentissimo ammanco di materiali, evidentemente asportati nei giorni precedenti da ignoti malfattori introdottisi all’interno della struttura. Una volta constatato che era stato cambiato il lucchetto del catenaccio posto a chiusura della porta d’ingresso, spinti dal proprio fiuto investigativo, i Carabinieri hanno deciso di perlustrare la base, alla ricerca di altre tracce che potessero consentire di risalire all’identità dei ladri. L’intuizione non poteva essere più felice: dopo una mezz’ora di ricerche, infatti, svoltando un angolo i Carabinieri si sono imbattuti in ben sette persone ancora intente a smontare pezzo per pezzo un intero settore dello stabilimento militare.
I sette, vistisi colti in flagranza di reato, si sono dati ad una precipitosa fuga, cercando di far perdere le proprie tracce prendendo la via delle montagne circostanti. Mentre uno è stato fermato immediatamente, gli altri in un primo momento parevano essere riusciti nel proprio intento.
A quel punto, per scongiurare la beffa, è stata mobilitata l’intera Compagnia Carabinieri di Carini e dei Carabinieri della Marina Militare, supportati da personale del nucleo cinofili dell’Arma dei Carabinieri oltre ad alcune pattuglie del Corpo Forestale Regionale.
Tutti i rinforzi disponibili sono scesi in campo, con pattuglie che sono accorse, oltre che da Isola delle Femmine, da Torretta, Capaci e Carini, dando vita ad una caccia all’uomo senza pause, alla quale si è unito anche “Fiamma”, l’elicottero dei Carabinieri di Palermo, levatosi in volo per agevolare l’individuazione dei fuggitivi.
Le ricerche sono terminate solo in tarda serata, quando tutti e sette i malfattori sono stati assicurati alla giustizia. Gli stessi, per l’esecuzione del colpo, si erano tra l’altro serviti di un autovettura rubata, il che è costato ai sette arrestati anche l’imputazione di “ricettazione”, oltre a quelle per “danneggiamento”, “resistenza a pubblico ufficiale” e “furto aggravato” in quanto perpetrato con violenza sulle cose su beni appartenenti all’amministrazione militare.
A quel punto i Carabinieri hanno condotto gli arrestati in caserma per gli accertamenti di rito, prima di tradurli presso la casa circondariale Ucciardone di Palermo.
La mattina successiva il giudice ha convalidato gli arresti ed ha comminato a 6 dei 7 imputati la misura cautelare degli arresti domiciliari. Per il settimo –Salvatore Gambino – è stata ritenuta sufficiente la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare chi era il destinatario del rame.
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