Cara di Mineo, i primi trasferimenti: struttura svuotata entro l’anno
Cara di Mineo. Inizia da questa mattina il trasferimento dei 1224 migranti ospiti del Cara di Mineo: la struttura sarà svuotata entro il 2019.
I primi ad andar via sono stati in 25: sono saliti su uno dei due bus arrivati nel Cara e stanno per essere trasferiti nel Centro di assistenza straordinaria di Trapani.
Sempre in giornata altri 25 saliranno sul secondo pullman per essere poi portati 15 in un Csa di Siracusa e 10 in un Csa di Ragusa. Sono tutti proveninenti da Gambia, Nigeria, Guinea, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Benin.
Le operazioni si svolgono senza problemi, nessuna protesta: presenti decine di giornalisti e operatori oltre al sindaco di Mineo Giuseppe Mistretta.
Le persone trasferite sono tutti maschi adulti e senza figli, ospiti da anni della struttura. Le famiglie con bambini e le situazioni ritenute maggiormente “vulnerabili”, come quelle di mamme sole con figli o persone con problemi di salute, resteranno per il momento nella struttura. Altri 50 partiranno il 17 febbraio e altri 50 ancora il 27.
Cara di Mineo: 220 i lavoratori dell’indotto a rischio
La chiusura annunciata ha creato allarme tra i dipendenti del Cara, circa 220, e i lavoratori dell’indotto. Già in oltre 170 hanno perso il posto.
Il Cara di Mineo è il più grande centro di accoglienza richiedenti asilo d’Europa e il secondo in via di chiusura in Italia dopo quello di Castelnuovo di Porto (Roma), sono ospitati 1.244 migranti.
Il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta ha dichiarato: “Dal ministro Salvini vorrei un riconoscimento per il nostro territorio che è stato così pesantemente violentato dallo Stato indipendentemente dai governi che si sono susseguiti e che oggi ha necessità di avere i giusti riconoscimenti per i sacrifici fatti. Siamo italiani come gli altri, più degli altri perché abbiamo fatto il nostro dovere in silenzio”.
“L’allora ministro Roberto Maroni – aggiunge il sindaco – aveva preso degli impegni con il nostro territorio: nel Patto per la sicurezza c’era scritto che bisognava compensare l’economia tradizionale che avrebbe potuto ed è stata danneggiata dall’istituzione del Cara. Vorrei sapere – conclude – dal ministro Salvini se manterrà questi impegni, sia sul piano economico e della sicurezza del nostro territorio”.