Cara di Mineo chiusura entro luglio: chieste misure per il territorio

Cara di Mineo chiusura definitiva prevista entro metà di luglio, una notiziache è stata confermata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in TV che parla di una «buona notizia per chi, per anni, ha vissuto in zona subendo criminalità e disagi».

Nel centro attualmente ci sono 152 persone, il picco è stato registrato il 7 luglio 2014 con 4.173 ospiti. E intento prosegue veloce lo svuotamento di quello che fino a pochi mesi fa è stato il centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Europa.

«La chiusura del Cara di Mineo è l’inesorabile epilogo di una grande illusione, in una terra affamata di lavoro. Ma il governo nazionale deve adesso predisporre misure compensative a tutela di un’area fortemente degradata, come quella del Calatino, che nel Cara aveva trovato lo sfogo per centinaia di lavoratori, con una ricaduta anche per l’indotto».

Ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando la notizia della chiusura, dal mese di luglio, del Centro di accoglienza per richiedenti asilo nel paese del Catanese.

Cara di Mineo chiusura definitiva, la Regione in prima linea per supportare le aziende che vorranno investire nell’area

“Le misure compensative promesse da Roma nel 2012 – prosegue il governatore – non sono mai arrivate su quel territorio. Non vorremmo che al danno si aggiungesse la beffa. In tal senso, nei giorni scorsi, ho organizzato un incontro, con il presidente della Camera di commercio etnea Pietro Agen, il sindaco metropolitano di Catania Salvo Pogliese e il primo cittadino di Mineo Giuseppe Mistretta, per concordare un percorso comune.

La Regione è pronta a fare la propria parte realizzando interventi infrastrutturali, a servizio delle aree a sud del centro abitato, qualora lì dovessero insediarsi aziende che possano assorbire una parte di lavoratori espulsi dopo la chiusura del Centro. Ci rivedremo entro fine mese per un confronto con i sindacati e le organizzazioni di categoria di industria, commercio e artigianato, in attesa di una risposta da parte del governo centrale”.