Caporalato a Caltanissetta, sgominata banda di pakistani
La Squadra mobile e i carabinieri di Caltanissetta hanno arrestato dodici persone nell’ambito di un’operazione con l’accusa di caporalato, estorsioni, sequestro di persona, rapine, lesioni aggravate, minacce, violazione di domicilio, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Undici le persone in carcere e una ai domiciliari.
In carcere il capo della gang Muhammad Shoaib, 27 anni, pakistano, con precedenti, regolare su territorio nazionale e attualmente detenuto per altra causa.
Durante le perquisizioni avvenute durante il blitz, sono stati trovati in casa di uno degli arrestati due libri mastri nei quali erano descritti i nomi dei lavoratori sfruttati ed il compenso che si aggirava sui 25/30 euro al giorno.
Il gruppo di pakistani, da tempo residenti nel centro di Caltanissetta, erano nel mirino delle forze dell’ordine in quanto responsabili di delitti contro la persona ed il patrimonio ai danni di loro connazionali, che imperversava dall’anno scorso in città e nei centri limitrofi.
Un gruppo ristretto che, agendo con “metodo paramafioso”, sottolineano gli inquirenti, ha assoggettato la comunità di appartenenza, molto ampia a Caltanissetta, sottoponendola ad un regime di vessazione e terrore e sfruttamento.
L’analisi dei numerosi episodi di violenza riconducibili agli arrestati ha permesso di accertare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, finalizzata ad imporre la propria egemonia sul territorio, rafforzata dal costante ricorso a intimidazioni e violenze.
Il gruppo, molto coeso e capeggiato da Muhammad Shoaib, ha anche condizionato il settore agricolo dell’entroterra siciliano.
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