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di redazione
Nei giorni scorsi i volontari della sezione di Canicattini Bagni dell’Ente Fauna Siciliana sono tornati a ripulire il Ponte di Alfano, appena fuori il centro abitato cittadino, sulla Strada Provinciale 86 che conduce a Floridia e Palazzolo Acreide, da sempre considerato uno dei monumenti più antichi, datato 1796, assurto a simbolo della città. La scarsa attenzione degli organi competenti, in questo caso la Provincia Regionale di Siracusa, nei confronti di questa straordinaria opera, fa sì che ogni anno le erbacce hanno la meglio sulle pietre dell’antico ponte, trasformando il suo suggestivo percorso in un vero e proprio sentiero di campagna. L’intervento dei soci dell’Ente Fauna Siciliana, da sempre attenta alla salvaguardia e conservazione dell’ambiente e dei beni monumentali di quest’area (come già avvenuto con i fabbricati dei “Piliceddi”), ha fatto sì che l’antico ponte, percorribile a piedi ed in bici, riprendesse, ancora una volta, l’antico splendore e presentarsi ai visitatori in tutta la sua fattezza. Il problema però puntualmente si ripete e per ovviare a questa “disattenzione”, il Comune di Canicattini Bagni, per volontà dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Paolo Amenta, ne avrebbe chiesto l’affidamento alla Provincia, ma a tutt’oggi niente si è concretizzato. Qualche anno fa, lungo il suo percorso, nei muretti laterali di sicurezza vennero incastonate delle luci artistiche per dare maggiore visibilità alla struttura, subito depredate dai vandali, rimanendo così al buio e nel più completo abbandono. Fatto costruire dal fondatore della città, il Marchese Mario Daniele, per unire Canicattini al feudo S.Alfano, la sua maestosità, ed il colore della sua pietra, dominano una delle più belle e ricche Cave del territorio, la Cava di Alfano, dal quale prendono il nome la Contrada e lo stesso ponte. Alla fine del suo percorso modulare in ciottolato, si erge una grande porta a forma di arco sostenuta da due pareti sulle quali si aprono delle nicchie delimitate da colonne in rilievo, dove all’interno sono collocate due statue, scolpite in pietra da taglio, rappresentanti due personaggi “tipici” della Canicattini dell’epoca: Currarinu e Calamaru. I due personaggi portano ciascuno una bottiglia e un pane. Secondo un’antica leggenda i due erano campieri divisi da rivalità e odi personali, forse anche per questioni passionali, così un giorno si affrontarono proprio sul ponte. Ma al termine di una vibrante contesa, nessuno ne usciti vincitore perché finirono per uccidersi a vicenda.
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