Il gup di Caltanissetta Alessandra Giunta ha rinviato a giudizio per estorsione tre persone accusate di avere chiesto, per conto di Cosa Nostra, il pizzo ad alcune imprese edili che eseguivano lavori pubblici e privati nel capoluogo nisseno. Il processo scaturisce dall’inchiesta della Squadra Mobile denominata “Colpo di grazia” contro il racket gestito dalla famiglia mafiosa locale.
Dal 4 maggio andranno sotto processo Francesco Librizzi, originario di Petralia Sottana, Giuseppe Rabbita di Caltanissetta e Giovanni Privitera di Vallelunga Pratameno; altri sei imputati hanno chiesto il rito abbreviato: si tratta del boss Angelo Palermo, degli imprenditori Antonino Bracco e Calogero Failla di Caltanissetta, dell’imprenditore Antonio Giovanni Maranto di Castellana Sicula, dell’ex dipendente del Consorzio Asi di Caltanissetta e attuale collaboratore di giustizia Salvatore Dario Di Francesco di Serradifalco. Quest’ultimo è anche l’accusatore del Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, indagato per presunti rapporti con la mafia in un altro troncone di indagine.
Decine le estorsioni alle imprese contestate dal pubblico ministero della Dda, Stefano Luciani, compresa l’imposizione di materiali e manodopera. I sei imputati torneranno in aula il prossimo 8 aprile, il processo continuerà davanti al gup che all’udienza di oggi ha ammesso le costituzioni di parte civile di alcune delle imprese che – secondo l’accusa – sarebbero state vessate dai mafiosi.
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