Gaetano Monachello torna nella sua Sicilia: “Sono emozionato di essere tornato a casa dopo quasi 10 anni. Sono felice di essere vicino al mio paese. Ho fatto bene a Lanciano poi ho avuto varie vicissitudini. In Serie A ho incontrato Reja un grande allenatore, mentre a Bari sono rimasto bloccato da un infortunio. Voglio dare tutte le mie forze per questa squadra, questa città e questa regione”.
Esordisce così il nuovo attaccante del Palermo, che poi aggiunge: “Due settimane ci fu un sondaggio, ma la cessione di Lo Faso ha sbloccato tutto. C’è un reparto fortissimo con Coronado, La Gumina, Nestorovski, Trajkovski. Severrò chiamato in causa darò il mio contributo. Me la voglio giocare tutta. Ero partito all’estero ragazzino, sono tornato uomo. A 19 anni non era facile confrontarsi con gli altri. Sono soddisfatto: ho rischiato, poi sono tornato in Italia e sono riuscito nel mio obiettivo. Una sorta di gavetta al contrario. Il mio obiettivo è dare qualcosa in più al reparto”.
“A Brescia ho parlato con La Gumina, abbiamo legato molto a Terni: sono stato quasi un fartello maggiore. C’è concorrenza ma è una concorrenza leale”, spiega l’attaccante nato in provincia di Agrigento. “Ruolo? Per fortuna a Lanciano giocavo 4-3-3, nell’Under 21 giocavo in un attacco a due punte, così come a Bari. Posso fare anche la mezzala, darà una mano. Non importa il ruolo. Esordire sabato o a Foggia? L’importante è vincere, chissà magari facendo gol”, si augura il nuovo attaccante rosanero.
Una voglia matta di riscatto dopo tanti e troppi giorni passati ai box: “Pensavamo fosse pubalgia, ma poi si è capito in piscina che erano delle ernie, che sono peggiorate. Se l’avessero scoperto prima sarei andato in campo a dicembre e avremmo parlato di altro. A Bergamo invece mi hanno subito operato, ma ho avuto bisogno di 2-3 mesi per riprendermi. Ho fatto anche un lavoro specifico a Palma di Montechiaro (suo comune di nascita, ndr) con il mio personal trainer, poi andando in ritiro con l’Atalanta in estate”.
Monachello vuole tornare a diventare protagonista, magari a suon di gol e superando la doppia cifra: “Se dovesse servire a qualcosa si, ma a livello personale non interessa. Il singolo è meno importante della squadra: bisogna riportare il Palermo dove merita. Sputeremo sangue per fare contenti i tifosi che vengono allo stadio. La forza del gruppo, nonostante le differenze, si è visto: non dico uno spirito palermitano, ma c’era tanta voglia di darsi una mano”. Il futuro di Monachello è ancora tutto da scrivere: “Io sarei contento di rimanere a Palermo, grande piazza e grande società. Sarebbe un orgoglio rimanere tanti anni qui. Se poi l’Atalanta esercitasse il contro-riscatto avrei fatto anche guadagnare qualcosa al club rosanero”.
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