Cade una batosta sulla Casa: la tassa sale dal 2% al 9% | Il Fisco si prende tutto
Sempre nuove tasse, un problema dopo l’altro.
Negli ultimi anni, il numero di tasse richieste dal Fisco italiano è aumentato in maniera considerevole, gravando sempre di più sui cittadini. Ogni settore della vita quotidiana sembra essere toccato da imposte, contributi e tributi che, sommati, pesano notevolmente sui bilanci delle famiglie e delle imprese. Le aliquote fiscali, tra le più alte d’Europa, mettono a dura prova la capacità di risparmio e gli investimenti, penalizzando soprattutto il ceto medio.
Una delle principali criticità risiede nella complessità del sistema fiscale italiano. Oltre alle tasse sul reddito, ci sono numerosi tributi indiretti, come l’IVA, l’accisa sui carburanti e le imposte sui beni di consumo, che spesso passano inosservati ma incidono notevolmente sul costo della vita. Questa struttura frammentata rende difficile per i cittadini capire quanto realmente stanno pagando al Fisco.
Le imprese, in particolare, soffrono una pressione fiscale che rende il contesto imprenditoriale meno competitivo rispetto ad altri Paesi europei. Oltre alle imposte sul reddito, devono far fronte a contributi previdenziali, tasse locali e oneri burocratici che limitano la crescita e l’occupazione.
Uno degli ambiti più gravati dalle tasse è quello immobiliare. Oltre alla tassa di proprietà, IMU, i proprietari di immobili devono pagare una serie di tributi come la TASI e l’IRPEF sugli affitti. Anche le seconde case, anche se non affittate, sono soggette a tasse elevate, rendendo il possesso di una casa più oneroso di quanto si possa immaginare.
Le tasse sulle seconde case
Acquistare una seconda casa comporta numerosi costi e imposte da considerare attentamente. Oltre alle spese notarili, l’acquirente deve affrontare vari oneri fiscali, tra cui l’imposta di registro, che è proporzionale, oppure l’IVA se l’acquisto avviene da un’impresa costruttrice. A queste si aggiungono l’imposta catastale e quella ipotecaria, oltre a costi aggiuntivi come i diritti di Conservatoria e le tasse per la voltura e visura catastale.
Per la seconda casa, non si beneficiano degli stessi sgravi fiscali della prima abitazione. L’imposta di registro, ad esempio, sale al 9%, rispetto al 2% per la prima casa, incidendo significativamente sul totale dei costi. Sebbene le imposte catastale e ipotecaria abbiano importi fissi di 50 euro ciascuna, complessivamente il carico fiscale risulta maggiore.
Imu, Tari e Irpef
Dopo l’acquisto, la seconda casa è soggetta a diverse imposte annuali. La principale è l’IMU, che varia dall’8,6 al 10,6 per mille della rendita catastale, in base al Comune. Recenti sviluppi legali hanno introdotto esenzioni per immobili occupati abusivamente, riducendo il peso fiscale per alcuni proprietari.
Un altro onere ricorrente è la TARI, la tassa sui rifiuti, che va pagata anche se la casa è vuota, a meno che non sia inabitabile. Se l’immobile è sfittato e si trova nello stesso Comune della prima casa, potrebbe essere soggetto anche all’IRPEF.