Busta paga, prelevano questa somma senza dirti nulla: il tuo datore di lavoro neanche può farci nulla
Allarme busta paga, crolla perché si prendono questa somma di denaro
Ogni lavoratore dipendente, a fine mese, l’accredito che attende di più è quello dello stipendio. Sebbene ogni azienda abbia le proprie regole in merito alla data di erogazione, generalmente questa avviene regolarmente così che i dipendenti organizzino le proprie spese in relazione alla data in cui gli arriva il pagamento: in questo modo non si rischia di trovarsi scoperti.
Presto, però, alcuni dipendenti potrebbero trovarsi da un giorno all’altro con una busta paga più scarna, senza che il loro datore di lavoro non gli abbia detto niente. In realtà nemmeno lui ha potere su questa situazione: il prelievo avviene dall’alto ed è del tutto legale. Ecco di che cosa si tratta.
Busta paga più scarsa: ti han trattenuto questa somma
Quando si riceve la busta paga, sarebbe buona abitudine controllare periodicamente le varie voci indicate così che si abbia coscienza delle tasse che vengono applicate alla cifra lorda, degli eventuali bonus e recuperi e di tutto ciò che si va a guadagnare o a versare alle casse dello Stato. Questo, però, lo fanno davvero in pochi poiché di fatto ci si fida della propria azienda e del lavoro di chi emette le buste paga: a seconda del tipo di contratto che si ha stipulato, si avrà una determinata entrata netta, che non dipende solo dalle volontà aziendali ma anche dalle leggi statali.
Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, nel 2025 cambierà qualcosa in relazione alle buste paga. Si tratta del sistema del silenzio-assenso proposto da Lega, Noi Moderati e Fratelli d’Italia, che torna di nuovo alla ribalta dopo che l’emendamento alla Manovra di Bilancio sul TFR è stato giudicato ammissibile: nelle prossime settimane verrà sottoposto a votazione e potrebbe quindi diventare legge.
Te lo sottraggono dallo stipendio
Come han proposto i tre partiti di cui sopra, dal 2025 se tutto andasse in porto il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) potrà essere prelevato direttamente dalla busta paga. Il sistema è quello del silenzio-assenso: nel caso in cui il dipendente non esprima chiaramente il proprio dissenso, il TFR verrà automaticamente versato alle forme di pensione integrativa e non ci sarà più modo di tornare indietro. Ad oggi, invece, le norme permettono a chi lo accantona di cambiare idea anche in un secondo momento. Il datore di lavoro, quindi, trasferirà il TFR degli assunti ai fondi pensionistici di categoria: le conseguenze sul netto che i dipendenti si troveranno accreditato a fine mese, però, saranno tangibili.