Bufera all’Ars per le accuse della Gdf a 83 deputati, Cracolici si difende
Accusa di peculato per 83 deputati, alcuni ancora in carica per 14 tra consulenti e dipendenti. Tra gli indagati pure il presidente dell’Ars, l’ex presidente della Regione Lombardo, ma anche l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio e il neo deputato della segreteria del Pd Davide Faraone. Tra le spese contestate spese e considerate illegittime ci sono 10 milioni per acquisiti di cravatte, borse, ma anche biancheria intima griffata, gioielli e rimborsi di soggiorni in alberghi di lusso. Antonello Cracolici deputato del Pd indagato dalla Procura delle Repubblica dei Palermo con trenta capi d’accusa. Il deputato dovrà riferire in procura il 14 febbraio. Cracolici ha incontrato la stampa in sala stampa all’Ars e ha fornito l’intero fascicolo di accuse che per pendono a suo carico.
“Ho deciso di dare comunicazione dei miei atti notificati dalla Procura della repubblica sia alla stampa che ai nostri elettori. Io non nascondo che questa è una vicenda che mi sta fortemente segnando non mi era capitato. In passato, al massimo, sono stato denunciato per aver affisso locandine durante il periodo elettorale, questa vicenda si è conclusa con una muta di 50 mila lire”.
“Oggi mi trovo dentro una vicenda complessa. Mi si dice di aver speso delle somme in quanto capogruppo del Pd. Mi è stato notificato ieri un avviso di garanzia, con una trentina di contestazioni. Sono stato convocato dal giudice per il 14 febbraio prossimo. Io voglio chiarire che ho operato secondo la legittimità delle leggi contabili con rigore”. Il gruppo parlamentare del Pd è composto da 29 deputati, che ha prodotto un avanzo nella gestione del gruppo di 800 mila euro che. “Ho trasferito a seguito di un parere anche all’avvocatura dello stato che ha dimostrato l’utilità dei fondi dei gruppi. Ma non c’è un’obbligatorietà nella rendicontazione dei fondi del gruppo. Un gruppo che consegna 800 mila euro di avanzo dimostra sobrietà nei fatti. Non ci sono debiti nei confronti di nessun deputato del Pd a tutti abbiamo pagato indennità”.
Inoltre sono stati prodotti in questi 5 anni 70 mila euro di interessi attivi bancari. “Il gruppo del Pd è come il partito democratico noi fin dalla sua costituzione ha approvato un regolamento con il quale si diceva come gestire i soldi del partito – precisa Cracolici – Nessuno dei dipendenti attuali del Pd non sono mai stati assunti dal Pd, ma tutti assunti pima ai quali abbiamo applicato il contratto regolare”.
Al deputato Cracolici è stato contestato di aver dato emolumenti superiori rispetto a quello stabilito dai contratti del personale.
“I giudici mi dovranno fare delle precise domande per ciò che mi contestano cifre ben precise ma che devono essere date delle spiegazioni anche dai magistrati”.
Ma Cracolici ha voluto sottolineare che: “Non ci sono contestazioni per uso personale né per acquisto di beni di lusso. Mi si contesta al massimo i regali di Natale. Si tratta di doni come panettoni per i dipendenti come si fa normalmente in un’attività ordinaria del partito o in una qualsiasi azienda. Il gruppo parlamentare è una associazione che è giuridicamente organizzata dal codice civile”.
Per aver speso soldi per acquistare acqua o cialde per i dipendenti del gruppo Cracolici ammette di non sapere che era reato: “Se comprare l’acqua per l’attività del gruppo, io non so come difendermi o per aver comprato le cialde del caffe per i deputati e i dipendenti è un reato, io devo ammettere che l’ho commesso e non sapevo che fosse una reato. Se fare i necrologi o acquistare corone dei fiori una per l’anniversario della morte di Pio La Torre e una Piersanti Mattarella”.
“Anche mandare sms sarebbe un reato?”, si chiede Cracolici in conferenza stampa. “Allora – anche Baldo Gucciardi ci manda sms per avvisarci di riunirci, fa reato. Se è un reato pagare i buoni pasto per i dipendenti del gruppo, per 70 mila euro contestati io questo reato l’ho commesso”.
In realtà dei conti del gruppo si occupa un dipendente che fa l’amministratore per il gruppo che ha dato 150 pagine di verbali, dove sono state indicate tutte le spese per le spese degli ultimi 5 anni. “Ma ora ci viene contestata pure la spesa per i legali per difendere legalmente il gruppo parlamentare”. “Ma come si deve difendere il gruppo”, si chiede Cracolici. “Probabilmente abbiamo fatto questi reati senza saperlo”, conclude il deputato del Pd.
Fonti di finanziamento del gruppo è data in parte dall’assemblea un contributo procapite per membro del gruppo, poi ci sono quote per ogni portaborse dei deputat, poi le spese per il finanziamento del gruppo stesso.
Anche le spese per i sondaggi sono state contestate ad Antonello Cracolici. “Io penso che si possa fare, ma evidentemente la Procura no”.
“A questo punto mi devo chiedere se potevo pagare la bolletta telefonica dell’addetto stampa del gruppo per l’attività svolta”.
Contestato pure un bonifico fatto dal gruppo per un regalo di nozze dalla figlia di un deputato del gruppo, per il quale ciascuno ha messo 100 euro”.
Antonello Cracolici è sicuro di sé e ammette in sala stampa all’Ars davanti a giornalisti e colleghi. “E’ chiaro che nessuno di noi ha fatto spese per farne un uso”.
Antonello Cracolici a chiare lettere conclude che: “I siciliani possono stare tranquilli e il Pd e Antonello Cracolici potrà dimostrare che un euro non è mai entrato nelle mie tasche per fini personali”.