BRONTE – “La questione dell’ospedale di Bronte va esaminata con grande attenzione perché garantisce servizi essenziali in una zona disagiata. Di conseguenza non può essere esso stesso disagiato”.
Sono le parole che ha pronunciato Giuseppe Digiacomo, presidente della Commissione regionale ai Servizi sociali e sanitari, di fronte ai rappresentanti del territorio del versante nord dell’Etna, giunti fino a Palazzo dei Normanni, per difendere il futuro dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte.
All’incontro, richiesto dal presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati e dal sindaco Graziano Calanna, hanno partecipato anche il consigliere di Bronte, Ernesto Di Francesco (presidente della locale commissione sul diritto alla Salute) ed una folta delegazione dei Comune di Randazzo. Assieme al sindaco Michele Mangione, infatti, hanno partecipato il presidente del Consiglio comunale Nino Grillo ed i consiglieri Cettina Foti, Sara Sindoni e Carmelo Giarrizzo.
Con loro presenti anche l’onorevole Alfio Papale, il vice presidente della Commissione regionale alla Sanità, Vincenzo Fontana e l’onorevole Francesco Cappello.
“Siamo qui – ha affermato il presidente Nino Galati – per porre all’attenzione della Regione siciliana il disagio che tutto il territorio montano, che ruota attorno a Bronte, potrebbe soffrire nel caso in cui i servizi dell’ospedale di Bronte dovessero essere ridimensionati dal nuovo piano della rete ospedaliera.
“Se, come è stato scritto dai media, – ha continuato – questo è stato identificato come “Presidio di zona disagiata”, chiediamo di sapere come questo sarà organizzato alla luce del Decreto Ministeriale del 2 aprile 2015 n. 70, che disegna questo tipo di presidi con appena 20 posti di Medicina da prestare anche ad una Chirurgia ridotta ed un Pronto soccorso”. Alla fine Galati ha chiesto ufficialmente che i rappresentanti venissero ricevuti ufficialmente dalla Commissione alla Sanita”.
“Siamo qui – ha aggiunto il sindaco Graziano Calanna – anche in rappresentanza degli amministratori dei Comuni di Maletto, Maniace, Cesarò, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria, Floresta e Roccella Valdemone, ovvero dei Comuni che, come Bronte e Randazzo, ritengono che il nostro territorio di montagna non solo non possa perdere reparti e servizi ospedalieri, ma anzi ritiene che questi debbano essere potenziati. Per questo all’incontro ufficiale con la Commissione regionale, riteniamo utile la presenza dell’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi e del direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammanco”.
E Giammanco ha accolto l’invito, promettendo l’audizione prima possibile. Durante l’incontro, inoltre, è stato accennato anche al problema dell’eterno perdurare dei lavori di ammodernamento che penalizzano i servizi e rendono ancora l’ospedale un cantiere.
Infine i sindaci non si spiegano come il nuovo piano delle rete ospedaliera provinciale preveda nel versante sud dell’Etna da Acireale fino a Biancavilla ben 6 ospedali di livello (hub, spoke e di base), tutti racchiusi nel raggio di 45 chilometri, mentre nel resto del cono dell’Etna, quello nord lungo 85 chilometri, solo un Presidio di zona disagiata.
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