Si è tenuta lunedì 10 giugno, presso la Masseria Mandrascate (Valguarnera Caropepe – EN), l’edizione 2024 di Bread Religion, il progetto di Petra Molino Quaglia avviato nel 2013 che ha il fine di valorizzare la filiera del pane e dei prodotti da forno, concepiti come tasselli di un’alimentazione genuina, sostenibile e traino di una svolta agricola che stimola i contadini alla coltivazione rispettosa dei terreni e alla biodiversità delle sementi.
Il dibattito è ruotato intorno al tema del rapporto delle nuove generazioni di panificatori con i pani regionali del patrimonio storico italiano e alla filiera delle popolazioni evolutive di grano nate dal miscuglio di semi Furat di Giuseppe Li Rosi, che stanno dando vita a nuovi grani locali in diverse parti d’Italia.
La prima parte della giornata è stata dedicata alla relazione tra la diversità dei pani e la biodiversità dei cereali: si è esplorato, in particolare, se questi due aspetti possano essere complementari o alternativi e se le nuove generazioni di panificatori stanno adottando comportamenti che non mettano a rischio l’impoverimento del patrimonio italiano dei pani regionali. Insieme a Danilo Gasparini (Presidente del Consiglio Scientifico di Biblioteca La Vigna), Paolo Piantoni (panificatore), e alla nota food creator Aurora Cavallo (Cooker Girl), sono stati esaminati diversi scenari attraverso il confronto tra panettieri di seconda e terza generazione – che hanno ereditato dalla famiglia le ricette dei pani tradizionali – e quelli di prima generazione, che sposano in molti casi il modello dei micro-panifici orientandosi per lo più su grandi forme di pane di ispirazione nord europea.
Nel corso del secondo dibattito, invece, si è analizzata la diffusione delle popolazioni evolutive di cereali e dei grani del patrimonio italiano. L’obiettivo del panel, che ha visto la partecipazione di Salvatore Ceccarelli (genetista), Luca Giannino (Responsabile del progetto “Adotta un Raccolto”) e Giuseppe Li Rosi (agricoltore custode dei semi di popolazioni Furat ed Evoldur) è stato quello di sensibilizzare circa la stimolazione della biodiversità dei cereali, evitando l’uso di tecnologie obsolete che potrebbero ridurre la sicurezza alimentare e la lavorabilità delle farine.
«Quello che ci preme è parlare della filiera che parte dal grano e arriva al pane – ha dichiarato Piero Gabrieli, Co-ideatore di Bread Religion, in apertura dell’incontro – In Italia grani e pani avevano in comune diversità uniche al mondo. La prima l’abbiamo persa, e fioriscono le iniziative per recuperarla in parte. Non è allora il momento di chiederci che fine faranno i pani regionali se le nuove generazioni di panificatori daranno attenzione solamente alle grandi pagnotte, trascurando le centinaia di forme storiche?»
E a proposito della filiera del pane, Chiara Quaglia, Co-ideatrice di Bread Religion ha aggiunto «Stiamo orientando il progetto Petra Evolutiva alla ricerca non solo di sempre più siti di semina delle popolazioni Furat ed Evoldur, formulando la prima Carta dei Grani per annata agraria, ma anche di tecniche di macinazione mono-raccolto dedicate e ad altissima sicurezza alimentare, per ottenere farine di popolazioni evolutive adatte alla lavorazione dei pani del patrimonio culturale italiano. »
A conclusione della giornata, si è tenuta la visita guidata nei campi e la Festa del Grano serale.
Bread Religion è stata un’occasione per approfondire lo stato di salute del mondo della panificazione e dell’agricoltura sostenibile, offrendo l’opportunità di affrontare temi cruciali per il futuro di questi settori.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito di Farina Petra®.
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