La cieca e irragionevole violenza che spesso regola i rapporti nei quartieri popolari di Palermo, ha fatto un’altra vittima: un 73enne investito da una macchina venerdì scorso in via Messina Marine.
Non si tratta però di un incidente, ma del terribile epilogo di una rissa in più puntate che ha coinvolto due gruppi familiari a Brancaccio.
La vicenda comincia venerdì 15 maggio quando due sorelle di 17 e 18anni a bordo di un ciclomotore vengono affrontate dal pregiudicato Cosimo Geloso di 25 anni e dalla moglie con cui non correva buon sangue: spinte le ragazze finivano per terra.
Tornando a casa hanno raccontato l’episodio al padre che è andato a casa di Geloso, in cortile Faraone, a chiedere spiegazioni, ma qui è stato aggredito da tutto il clan familiare, donne comprese, riportando ferite varie. A toglierlo dalle mani dei Geloso è intervenuto il padre 73enne con altri parenti che sono tornati a casa.
Ma la violenza doveva ancora esplodere: Cosimo Geloso è salito a bordo della Lancia Y per continuare l’incredibile scontro e ha diretto la vettura verso una delle due ragazze all’origine della rissa.
Il nonno della ragazza però si è coraggiosamente frapposto davanti alla nipote, riuscendo a salvarla a costo della sua vita, perché dopo alcune ore di agonia è spirato al Buccheri La Ferla.
Il suo nome non è stato reso noto per proteggere l’identità delle nipoti minorenni.
Secondo il rigido copione dell’omertà, anche di fronte a un vero e proprio omicidio, tutti i testimoni hanno cercato di accreditare la tesi dell’incidente stradale, ma piano piano la verità è venuta a galla e Cosimo Geloso è stato fermato, dopo circa 48 ore di irreperibilità.
Il provvedimento è stato emesso dai sostituti procuratori Dessì e De Flammineis che sono riusciti a ricostruire la complicata vicenda e Geloso è stato rinchiuso nel carcere di Pagliarelli.
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