Blitz dei Carabinieri nel palermitano, arrestati prestanome di boss mafiosi

Palermo, 28 apr.- Imponente operazione antimafia condotta dai Carabinieri della Compagnia di Partinico (Palermo) che hanno arrestato alcuni prestanome di boss mafiosi. Sono 40 i Carabinieri impegnati…

Palermo, 28 apr.- Imponente operazione antimafia condotta dai Carabinieri della Compagnia di Partinico (Palermo) che hanno arrestato alcuni prestanome di boss mafiosi. Sono 40 i Carabinieri impegnati tra Partinico e Borgetto, supportati dall’alto da un elicottero. Le indagini sono coordinate dalla Dda di Palermo e documentano come “uomini vicini a organizzazioni mafiose – spiegano gli inquirenti – al fine di eludere le leggi in materia di prevenzione patrimoniali, hanno attribuito fittiziamente a terzi la titolarita’ di beni aziendali e finanziari dell’impresa di Borgetto ‘Euro calcestruzzi” di FilippO Scrozzi& c. snc, sottoposta a sequestro per un valoe di 400 mila euro.

Sono tre le persone arrestate, una e’ finita in carcere e le altre due ai domiciliari, nell’ambito dell’operazione antimafia denominata ‘Benny 3’ e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Partinico (Palermo). Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Fernando Sestito, su richiesta della locale Dda. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di concorso nella fittizia intestazione di beni.

L’operazione ‘ una costola delle indagini convenzionalmente denominate ‘Benny’ e ‘Benny 2′, condotta dai Carabinieri di Partinico e Monreale, concluse nell’anno 2009 e 2012 con l’arresto di diversi imprenditori, operanti nel settore della produzione e trasporto di calcestruzzo, prestanomi di B.V., quest’ultimo imprenditore di Borgetto nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo, figlio di S. e nipote di E., esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto nonche’ vittime, di lupara bianca 30 anni fa poiche’ uomini d’onore legati al gruppo di Gaetano Badalamenti. B.V., “sebbene non condannato per 416 bis, ‘ da sempre ritenuto vicino alla locale consorteria mafiosa capeggiata dalla famiglia Vitale – spiegano gli inquirenti – tanto che, nel 2001, era possibile confiscarne l’impero industriale”. “E’ dunque acclarato”, dicono, che B.V. ”sia stato negli anni ‘90 l’imprenditore di riferimento nella produzione di calcestruzzi delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca e che le sue imprese siano state agevolate nel libero mercato, raggiungendo una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa Nostra”.