Un’operazione antimafia coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha portato al fermo di 22 persone tra capimafia e boss della stidda. Gli indagati rispondono a vario titolo di mafia, estorsione, favoreggiamento aggravato.
L’indagine della Dda sferra un duro colpo alle famiglie mafiose agrigentine e trapanesi. Coinvolti anche un ispettore, un assistente capo della polizia, e un avvocato tutti accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti d’ufficio.
Lo studio dell’avvocatessa coinvolta, finita in cella nel blitz di questa mattina, è stato accertato che sia stato per due anni il luogo dove si riunivano i capimafia di diverse province siciliane.
La donna era compagna di un mafioso, aveva assunto un ruolo di consigliera e consulente di molte attività dei clan.
Lo studio dall’avvocato era considerato quindi un luogo sicuro da eventuali intercettazioni e scelto per gli incontri dai capi dei mandamenti di Canicattì, della famiglia di Ravanusa, Favara e Licata, un ex fedelissimo del boss Bernardo Provenzano di Villabate e il nuovo capo della Stidda.
Un lavoro investigativo che ha portato a far luce su contenuti e dinamiche dell’attività dei clan.
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