Bivonesitudine ai tempi del COVID-19 è un progetto made in Sicily, nato durante l’emergenza COVID – 19, è dedicato a Bivona, un paesino, in provincia di Agrigento, che sorge tra la splendida cornice dei Monti Sicani. Uno spazio virtuale che raccoglie tutte le testimonianze dei bivonesi, alcuni sono emigrati e vivono lontano mentre altri sono rimasti nella propria terra, legati da un unico filo conduttore raccontare l’amore per il loro paese e creare spunti di riflessione.
Tra questi: Carmen nella sua lettera “Cara amica ti scrivo” si rivolge alla sua amica di sempre, la propria terra natia, facendo rivivere i tempi passati. “I bei tempi!” Quando Bivona era un polo culturale, centro di incontro e confronto tra diversi artisti ed intellettuali. Poi c’è Cristina, rimasta sola a Milano durante la quarantena, con la sua parodia “Terra Mia” dei Ricchi e Poveri che canta quanto le manchi la propria terra e soprattutto la propria famiglia. Ma prima o poi ritornerà e un sorriso a tutti i suoi compaesani donerà!
Lucio, invece propone “La Tarantella di lu forasede”, una ballata irriverente ed ironica sulle vicissitudini dell’emigrato che torna al paesello. Mentre Giuseppe in “A Cu parla senza canusciri” tra una rima e una nota canta le bellezze e la nostalgia della propria terra lontana. Con Vera in “Case” vediamo con una nuova prospettiva quel sentimento che lega ognuno di noi alla propria dimora, la casa diviene un luogo dell’anima, un luogo molteplice, dove si sta bene con sé stessi e con il mondo circostante. Giovanni con “Quante cose che sei” affronta un viaggio introspettivo dove riscopre i propri sentimenti per il paese natio, sentimenti mutevoli che assumono diverse sfaccettature.
E ancora Marco con “Mi ricordo di voi, Bivonesi” in un discorso diretto ed ironico si rivolge ai suoi compaesani ed al loro status di “bivonesi del nord”. Poi Danilo con un video divertente, “Nato qui”, affronta la realtà di chi ha avuto il coraggio di rimanere e investire nella propria terra accettando quello che c’è e progettando quello che ci potrebbe essere. Rosamaria con “L’arringa” ci porta in tribunale dove, in un processo immaginario, prende le difese del proprio paese analizzandone i pro e i contro. Poi Dario, bivonese di adozione con “forestiero forse che si, forestiero forse che no” ci fa riflettere sulle potenzialità che potrebbe offrire il paesello …Ma le novità non sempre vengono viste di buon occhio.
Ma non finisce qui! Nei prossimi giorni ad arricchire il calendario degli eventi in programma ci saranno Carlotta e Deborah con le loro performance canore e ancora Ignazio che racconterà le sue vicissitudini di come da ex testimone di giustizia oggi si ritrova testimone d’ingiustizia. E la storia continua…
Insomma ce n’è per tutti i gusti!
L’iniziativa si sviluppa su Facebook, Blogspot e Instagram, oltre ai racconti e alle numerose testimonianze offre anche divertenti sfide come la sfida dello stemma più bello legato a diverse zone del paese, “Game of cantunere”. Uno spazio in fermento che ogni giorno conta numerosi visitatori, una folla virtuale di ragazzi e di adulti che hanno abbattuto il muro delle distanze interagendo tra loro, creando momenti di confronto, riflessione ma anche trovate divertenti per ridere e scherzare.
Bivonesitudine ai tempi del COVID-19 è in continuo movimento e offrirà ancora un calendario ricco d’iniziative. Le sorprese non finiscono qui!
I promotori dell’iniziativa: Ivo Abate, Mauro Benasio, Felice Pendola e Sandra Castellano.
“Un adagio diceva che i siciliani si dividono in due grandi categorie. I siciliani di scoglio e i siciliani di mare aperto. Il siciliano di scoglio è quello che riesce ad allontanarsi fino al più vicino scoglio. Il siciliano di mare aperto invece prende il largo e se ne va… l’idea nasce proprio da questa riflessione sulle proprie radici – affermano gli organizzatori – e dalla consapevolezza di condividere un sentimento di appartenenza alla propria terra, ossia la ‘bivonesitudine’. Un sentimento che è forte in chi è rimasto a Bivona ma è altrettanto tangibile nei bivonesi di mare aperto che anni fa per studio o lavoro hanno lasciato la propria terra. Ecco che allora che in questi giorni di clausura domestica e distanziamento sociale è nata una comunità dove vengono raccolte numerose testimonianze di ‘bivonesitudine’ nella piena libertà di scegliere il sentiero emozionale più coerente per raccontarla.”
Link pagina Face Book di Bivonesitudine
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