di redazione
Trentasei comuni della Sicilia saranno oggetto di ispezione da parte della Regione . Saranno passati ai raggi x, consulenze, debiti e sprechi. Agli sgoccioli della legislatura, il provvedimento porta la firma dell’assessore alle autonomie locali Caterina Chinnici, avvalendosi di una legge del 1991, che consente, di verificare la ‘salute’ di un campione di enti locali. La Regione in particolare, chiederà conto e ragione sui principali documenti di programmazione degli enti: verrà verificata la regolarità di Piani regolatori, Piani particolareggiati, Piani di edilizia economica e popolare, quelli che riguardano gli insediamenti produttivi, le attività commerciali, gli impianti pubblicitari, le alienazioni e le valorizzazioni immobiliari, i piani di Protezione civile e i Piani urbani del traffico. Sotto la lente di ingrandimento anche il numero e il costo del personale. In particolare la Regione chiederà i dati riguardanti la dotazione organica divisa per categorie e precariato, oltre al numero di consulenti ed esperti incaricati dai Comuni. Ma il ‘cuore’ del monitoraggio della Regione sarà rappresentato dall’acquisizione degli ‘indicatori finanziari tratti dall’ultimo rendiconto’ (disponibilità delle risorse, ricorso al credito, indice di indebitamento e altri), di quelli legati alle entrate e alla capacità di riscossione dei Comuni, alle spese e al ricorso all’anticipazione di cassa, alla ricognizione dei residui attivi e dei debiti fuori bilancio. Un’ispezione non proprio ‘a sorpresa’, visto che l’assessorato specifica che ‘a seguito della loro individuazione, gli enti oggetto dell’accertamento suddetto saranno prontamente informati dell’avvio dell’attività ispettiva’. Un monitoraggio che, del resto, risponde a un’esigenza sollevata anche dalla Corte dei conti nell’ultimo rendiconto dell’esercizio 2011 della Regione siciliana. I magistrati contabili, in effetti, hanno tratteggiato un quadro, quello della gestione finanziaria degli enti locali siciliani, davvero inquietante. Sono ben 17 gli enti locali in deficit e altri 56 sono al momento sottoposti alla procedura di verifica a causa della mancata presentazione del rendiconto. Nel 2011 è cresciuto, da 5 a 14, anche il numero degli enti che non hanno rispettato il patto di stabilità. E ovviamente, molto preoccupante è il ‘buco’ degli Ato che oggi grava sulla finanza pubblica per oltre 1,3 miliardi di euro. Anche negli enti locali, così come nell’universo delle società regionali, infine, appare assolutamente inefficace il sistema delle partecipazioni: il 73% delle società, infatti, ha registrato risultati in perdita in almeno due esercizi degli ultimi tre anni.
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