Beni culturali: Leanza consegna area esterna Castello Ursino

Catania – “La piena fruibilità dell’antico spazio d’armi 
aumenta  il grado di appeal del Castello Ursino. Un luogo spettacolare 
adatto, come pochi, ad ospitare importanti eventi  culturali e
manifestazioni di caratura anche internazionale che farà parte a pieno
titolo del progetto, del circuito, al quale stiamo lavorando, in grado
di promuovere i nostri tesori artistici”.

Catania – “La piena fruibilità dell’antico spazio d’armi  aumenta  il grado di appeal del Castello Ursino. Un luogo spettacolare  adatto, come pochi, ad ospitare importanti eventi  culturali e manifestazioni di caratura anche internazionale che farà parte a pieno titolo del progetto, del circuito, al quale stiamo lavorando, in grado di promuovere i nostri tesori artistici” lo ha affermato l’assessore regionale ai Beni Culturali, on. Nicola Leanza, stamani, nel corso della cerimonia per la simbolica consegna dell’area esterna del Castello ai bambini dei  circoli didattici ed ai rappresentanti della municipalità.   Ultimati nei due anni previsti  i lavori di recupero, restauro e valorizzazione dell’area, sono stati costati poco più di un milione e mezzo di euro e sono stati finanziati, con  fondi Por Sicilia 2000-2006, dallo stesso Leanza  nel medesimo ruolo di  assessore  regionale  ai Beni Culturali.

Gli interventi hanno messo in luce uno spaccato della storia di Catania: le mura della città, progettate dall’ingegnere militare Ferramolino da Bergamo, la cortina est e quella sud, costruite tra il 1550 ed il 1552, la seicentesca “garitta al passo del castello”,  la colata lavica del 1669,  le testimonianze della ricostruzione successiva al terremoto del 1693. I lavori  sono stati condotti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania, guidata dall’architetto Gesualdo Campo, progettati e diretti dall’architetto Fulvia Caffo, dirigente del servizio per i Beni architettonici. Alla cerimonia ha preso parte, fra gli altri, l’assessore comunale alle Politiche scolastiche del comune di Catania, Sebastiano Arcidiacono, che ha assicurato:  “avvieremo  un’opera di promozione nelle scuole affinché l’area consegnata oggi possa essere adeguatamente conosciuta e  valorizzata”.

Il dettaglio dei lavori eseguiti
I lavori di recupero, restauro e valorizzazione dell’area sono durati quasi ed hanno comportato la rimozione della colata lavica del 1669, la demolizione della cabina Enel costruita al di sopra delle mura spagnole, la liberazione di altre nove contrafforti, il restauro del prospetto est, la realizzazione di una scala di sicurezza in acciaio, gli impianti di videosorveglianza, d’illuminazione e la sistemazione  di tutto l’ampio spazio a verde.

Numeri e cifre

Nel corso dei due interventi (il primo del 2002, il secondo del 2008) è stato estratto e rimosso materiale lavico per oltre 20.000 mc.
La superficie messa in luce, restaurata e sottoposta a progetto di valorizzazione si estende per oltre 3.400 mq.
Le cinquecentesche mura messe in luce e restaurate si estendono per 128 metri (68 cortina su, 60 la cortina est)
Il restauro del prospetto est, della parte basamentale del prospetto sud, delle mura e della garitta ha interessato superfici estese per oltre 2000 mq
La sistemazione a verde a ridosso della strada con l’impianto di essenze arboree ed arbustive  riguarda circa 2300 mq di prato.

Brevi cenni storici

La cortina difensiva messa in luce durante i recenti lavori di restauro dell’area esterna al Castello Ursino, costituisce parte del sistema di fortificazione costruito per la difesa della città di Catania a partire dal 1542. L’opera viene condotta per volontà e spesa degli stessi cittadini catanesi, che offrirono un impegno economico di quarantamila scudi per la costruzione delle nuove mura della città, quando il Viceré Fernando Gonzaga, fratello del Signore di Mantova, esclude Catania dal programma di fortificazione delle principali città del Regno di Sicilia, promosso dall’imperatore Carlo V per contrastare le continue incursioni turche. Le motivazioni addotte dal Viceré erano connesse alla precarietà dello stato delle mura medioevali della città, costruite tra il 1296 ed il 1337 da Federico III d’Aragona che in quegli anni aveva eletto castello Ursino sede della propria corte. A  ridosso della fortezza sveva dunque, divenuta residenza reale degli Aragona, vennero edificati due piccoli bastioni, poi perfezionati dal progetto del Ferramolino nel XVI secolo, che presero il nome di San Giorgio e di Santa Croce. Il progetto dell’ingegnere militare Antonio Ferramolino o Ferrandino da Bergamo, dunque, tiene conto delle preesistenze edilizie e, come in altre occasioni si addossa, rinsaldandole e ammodernando le antiche fortificazioni catanesi.

In particolare la cortina difensiva detta “sotto al Castello” viene costruita nel 1552;  in essa si apre la porta detta del Sale, o del Sole o delle Sortite che collegava la spiaggia sottostante al piano delle armi, e della quale sono state rinvenute tracce ancora non messe in luce.

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