di redazione
Nuovi beni confiscati alla mafia
vengono destinati alla pubblica fruizione divenendo patrimonio dei
siciliani. Si tratta di alcuni negozi che si trovano a Palermo in
via Paternostro, angolo via Amendola, che furono di Antonino Cina’
e che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata,
ha consegnato oggi all’assessorato dell’Economia.
“Prosegue – ha detto l’assessore Gaetano Armao – l’impegno della
Regione per l’acquisizione e l’utilizzo produttivo dei beni
confiscati ai mafiosi. Quelli di oggi sono assegnati
all’assessorato al Turismo perche’ la tipologia dei locali e la
loro ubicazione si prestano alla realizzazione di servizi ai
turisti nel centro di Palermo al fine di far conoscere l’offerta
della citta’ e dell’intera regione, ma anche per l’uso dei beni
confiscati che fa la Regione”.
E’ stata altresi’ data comunicazione dell’intesa tra Agenzia e
Regione siciliana sulle procedure di assegnazione e di cessione
dei beni per la quale quest’ultima aveva proposto ricorso al
giudice amministrativo, ritenendo lese le prerogative regionali
sulla prelazione nell’assegnazione (la Regione, a propria tutela,
ha peraltro impugnato anche il cosiddetto Codice Alfano, che la
pregiudica nell’assegnazione di tali beni, che sono allocati
prevalentemente in Sicilia).
“L’intesa raggiunta, – ha proseguito Armao – riconoscendo il
ruolo della Regione, consente di chiudere il contenzioso,
rafforzando la cooperazione con l’Agenzia gia’ sperimentata per la
valorizzazione del Feudo di Verbumcaudo. Sui beni e le aziende
confiscate,tuttavia,come proposto da Confindustria ed Ance, va
ripensata la strategia a livello nazionale, soprattutto per
garantirne la massima produttivita’ ed eliminare alcune
disfunzioni che hanno creato, in alcuni casi, rendite
parassitarie”.
L’Agenzia era rappresentata dal Direttore, Prefetto Giuseppe
Caruso, la Regione dall’Assessore Gaetano Armao, dal dirigente
generale del Turismo, Marco Salermo, dal dirigente del servizio
Patrimonio, Caterina Cannariato, e da Emanuela Giuliano dirigente
del Servizio ‘Per la legalita’ ed i beni confiscati alla mafia”.
fi/ef
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