Beccata la multa per i vestiti: mi hanno stangato alla grande | Avevo solo venduto quelli che non usavo più

Vendere i propri vestiti - fonte_Canva - sicilianews24.it
Vendere i propri vestiti – fonte_Canva – sicilianews24.it

Se vendi i tuoi vestiti che ormai non utilizzi più rischi una stangata assurda. La multa è veramente molto salata.

Il mercato del second hand negli ultimi anni è cambiato molto. Se in precedenza si credeva che l’acquisto di abbigliamento di seconda mano fosse riservato solo a coloro che non avevano possibilità economiche, attualmente esso è entrato nelle case veramente di tutti.

Si è vista l’opportunità che c’è dietro a questa tipologia di acquisto, che è molto diversa da quella che invece veniva vista in passato. Il second hand sicuramente offre la possibilità di risparmiare una considerevole cifra sui propri acquisti, ma a volte permette anche di acquistare capi di marchi importanti a prezzi popolari. 

Ecco che in questa prospettiva il mercato dell’abbigliamento di seconda mano, si è spostato dai negozi dell’usato, ai piccoli negozietti dedicati, fino al web. Attualmente due sono le piattaforme che maggiormente vengono utilizzate da chi decide di vendere ciò che non utilizza più, non si tratta solo di abbigliamento, su tali piattaforme si può vendere veramente qualsiasi oggetto, dagli accessori, ai gioielli, alla bigiotteria, fino ad arrivare a piccoli complementi d’arredo.

Ovviamente stiamo parlando di Vinted e di Wallapop, probabilmente la maggior parte dei lettori le conosceranno e le avranno utilizzati almeno una volta. Peccato che c’è il grande rischio di vedersi recapitare una salata multa a casa.

Dal 2024 sono cambiate le condizioni

Tanto Vinted, quanto Wallapop, oltre a offrire la possibilità di fare acquisti veramente convenienti, permette a chi mette in vendita i suoi oggetti, di avere un certo guadagno. Dal 2024 le regole sono cambiate con il provvedimento del 20 novembre 2023 l’Agenzia delle Entrate obbliga le piattaforme online che consentono la vendita di beni e servizi di trasmettere tutti i dati delle vendite che gli utenti realizzano.

Ovviamente si tratta di un modo per contrastare l’evasione fiscale. Questo riguarda ovviamente non solo queste due piattaforme, ma tutti i siti Internet su cui chiunque può provvedere alla vendita dei propri oggetti.

Il mercato del second hand - fonte_Canva - sicilianews24.it
Il mercato del second hand – fonte_Canva – sicilianews24.it

Ma quindi, quando si rischia una multa?

Se l’attività di vendita avviene solo in maniera saltuaria, non si è tenuti al pagamento delle imposte e quindi non vi è alcun obbligo di adempimenti fiscali. Il vero problema sussiste nel momento in cui si supera un certo limite per il quale occorre aprire Partita Iva. Non si parla di limiti economici ma piuttosto di una tipologia di commercio.

Si va incontro a tale obbligo nel caso in cui si provveda a vendere abitualmente prodotti sul web, ovvero si avvia una reale attività commerciale. In questo caso vige l’obbligo di aprire la partita Iva, in questo specifico caso si provvederà al pagamento delle imposte sui ricavi. Quindi per evitare le multe si rivela essenziale capire che tipologia di attività si svolge.