ROMA (ITALPRESS) – Dice Luca Barbareschi che invecchiare fa bene, anche agli attori. Di certo il passare degli anni aiuta (anche) a smussare certe posizioni un tempo inconciliabili. Al punto da far arrivare lui, che non ha mai nascosto le sue idee politiche (per le quali, peraltro, ha militato nelle file del Pdl e di An), su Raitre, canale Rai storicamente collocato sul fronte opposto: «C’è distanza tra le tue posizioni e quelle della rete» gli ha detto sorridendo questa mattina, nella conferenza stampa di presentazione del suo nuovo programma “In barba a tutto” (da lunedì 19 aprile, in seconda serata) il direttore Franco Di Mare per spiegare il titolo al quale avevano pensato in un primo momento, “Mi voleva Guglielmi”. «È vero, non è la prima volta che mi cercano da Raitre. Angelo Guglielmi (lo storico direttore della rete, ndr) voleva che facessi qualcosa, anche se poi non se ne è fatto niente, come spesso accade». Insomma, è il sottotesto, se lo voleva “persino” Guglielmi, questo connubio si può fare. Ed eccolo qua: otto puntate in cui Barbareschi si propone di raccontare la realtà in modo diverso, lontano da quel politically correct che, gli va riconosciuto, non lo ha mai annoverato tra i suoi estimatori. «Viviamo in un periodo in cui c’è un delirio di politically correct, è una sorta di tumore che ci ha invaso.
L’altro giorno mi sono arrivate le nuove regole degli Academy Awards: il mio film potrà partecipare se ci sarà il 30% di nani, il 30% di ciechi, transgender, omosessuali, lgbt. Penso che bisogna guardare le cose in maniera diversa, la vita, per fortuna, è molto più comica e più furba».
In ciascuna delle otto puntate, parola d’ordine rigorosamente “sense of humour”, Barbareschi proporrà tre temi, ognuno discusso con un ospite. Si comincia con “Scienza e romanticismo” con l’astrofisico Luca Perri; “Essere contro” con Morgan (con lui si parlerà, tra l’altro, dei Maneskin che «a Sanremo hanno detto le parolacce, avevano il sangue e l’anello al naso mentre ora che vanno all’Eurovision Song Contest hanno censurato le parolacce.
Ci chiederemo, allora, cos’è davvero la trasgressione») e “Il mondo della lirica è maschilista” con Katia Ricciarelli. Non mancheranno la musica (con una band dal vivo) e, naturalmente, un pizzico di provocazione: «Altrimenti non sarei un attore – commenta Barbareschi – È ovvio che uno deve provocare un po’. Cercherò di farlo con intelligenza e rispetto. Se non provochi una reazione, questa non ci sarà mai. Ma – promette – sarà una provocazione rispettosa per gli ospiti». Tra i quali, peraltro, lui vorrebbe annoverare anche qualche figura istituzionale: «Mi piacere avere il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che l’estate scorsa è stato a casa mia, a Filicudi. E, poi, Luigi Di Maio, che mi sta molto simpatico, Marta Cartabia, Rino Formica e Paolo Cirino Pomicino».
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