ROMA (ITALPRESS) – “Sono un pensionato attivo e produttivo e voglio che il Paese sia attivo e produttivo. Per fare questo bisogna fare un grande patto per il Paese fra tutte le forze sociali, produttive, economiche e politiche”. Così Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil Pensionati, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di Stampa Italpress.
“Lo stato di salute del sindacato? Quello della Uil è ottimo. In questi anni è l’unico a cui è stata certificata la crescita è la Uil”, ha detto Barbagallo. “Quando sono stato eletto segretario generale – ha aggiunto – dovevo mettere la Uil in sicurezza economica, politica, sindacale e organizzativa. Ho cercato di farlo, adesso ci sta pensando il mio successore e penso si stia muovendo abbastanza bene”. Barbagallo ha ricordato quando il sindacato ha “riempito le piazze”. “Siamo diventati – ha spiegato – di nuovo interlocutori dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. Se ci vedono troppo appiattiti sulle formule di governo o politiche perdiamo consensi”.
Oggi, secondo il segretario generale Uil Pensionati, “le diseguaglianze sono enormi”. “Si cerca – ha proseguito – di mettere i giovani contro gli anziani” ma “i giovani corrono veloci e gli anziani conoscono la strada. Solo assieme possono arrivare prima dove devono andare. Stiamo tentando in tutti i modi – ha spiegato – di metterci nelle condizioni di discutere su come salvaguardare gli anziani e rendere produttivi anche i giovani rispetto ad alcune nuove fasce di servizi che devono essere erogati”.
“Ci stiamo battendo – ha aggiunto – per una legge quadro sulla non autosufficienza, e per portare le pensioni a essere tassate come la media europea. Oggi si parla solo di pandemia e dobbiamo affrontarla seriamente. Quando si dice ‘acceleriamo le vaccinazioni’ – ha continuato – bisogna farlo veramente perché l’unica cosa che è accelerata è il contagio del virus”.
Sul fronte previdenziale “se sono anni che non si fa l’adeguamento, anche le migliori pensioni perdono potere d’acquisto e le diseguaglianze aumentano. Abbiamo pensioni – ha spiegato – che sono mediamente il doppio al nord rispetto al sud. Se viene bloccato l’adeguamento, questa distanza continuerà ad aumentare e staranno male sia quelli che prendono il doppio sia quelli che prendono la metà”.
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