Roma, 10 giu – La Sicilia lo scorso anno segna una
riduzione di pil piu’ marcata che a livello nazionale, il
2,7% in meno contro il 2,4% del pil nazionale. Nel corso del
2012 la dinamica del pil in Italia e’ stata negativa, anche a
seguito delle correzioni di finanza pubblica intervenute
nello scorcio dell’anno precedente. Soltanto la domanda
estera ha fornito un contributo positivo all’attivita’
economica. E’ quanto si evince dall’Aggiornamento
all’Economia regionale, presentato oggi dalla Banca
d’Italia.In Sicilia la fase ciclica recessiva e’ risultata grave; in
base alle stime Prometeia il pil e’ sceso del 2,7 per cento.I settori piu’ colpiti sono stati l’industria e l’edilizia.Nel manifatturiero e’ diminuito il fatturato e la perdurante
incertezza sulle prospettive dell’economia ha causato una
nuova contrazione delle spese per investimenti. La domanda
estera e’ risultata favorevole, con una ripresa delle
esportazioni per alcuni comparti, come il petrolifero,
l’elettronico e il farmaceutico.Il livello di attivita’ economica del settore delle
costruzioni – si legge nel ‘Rapporto’ – si e’ contratto per
il settimo anno consecutivo, con cali sia per le opere
pubbliche sia per il comparto delle costruzioni
residenziali.Nel mercato immobiliare il numero di compravendite ha
registrato un significativo arretramento; i prezzi sono
diminuiti anche in termini nominali.Nel settore dei servizi, il commercio ha risentito della
perdurante debolezza dei consumi interni, legata alla
riduzione del reddito reale disponibile delle famiglie. I
flussi turistici, seppure in rallentamento, hanno continuato
a crescere: il calo dei pernottamenti di turisti italiani e’
stato compensato dalla crescita delle presenze di stranieri e
della spesa a essi associata.Nel mercato del lavoro l’occupazione e’ diminuita per il
sesto anno consecutivo. L’aumento del numero di persone in
cerca di lavoro ha spinto in alto il tasso di disoccupazione,
in misura piu’ marcata tra i piu’ giovani.Nel 2012 i prestiti bancari, che erano gia’ in rallentamento,
sono diminuiti. Le richieste di finanziamenti hanno risentito
del calo degli investimenti delle imprese e della debolezza
della spesa da parte delle famiglie.Le condizioni di offerta del credito sono rimaste ancora tese
anche per effetto del deterioramento della qualita’ dei
prestiti. La crisi economica ha continuato a ripercuotersi
sull’andamento dei crediti in sofferenza, in aumento sia per
le imprese sia, in misura meno accentuata, per le famiglie.Gli indicatori prospettici prefigurano un ulteriore
peggioramento nei prossimi mesi.Un’analisi condotta sulle imprese della filiera immobiliare
mostra che gli effetti della recessione sul credito sono
stati particolarmente severi. Dall’insorgere della crisi la
dinamica dei prestiti nei confronti di queste imprese e’
stata piu’ debole di quella media del settore produttivo e la
qualita’ del credito e’ notevolmente peggiorata: alla fine
del 2012 circa la meta’ dei finanziamenti presentavano
anomalie nei rimborsi. Sul fronte del risparmio, e’ aumentata
la raccolta bancaria presso le famiglie; potrebbe avere
influito una maggiore propensione al risparmio precauzionale
e l’offerta di remunerazioni piu’ elevate sui depositi con
durata prestabilita e sulle emissioni obbligazionarie.com-ram
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