Bando periferie. La giunta di governo ha deciso di fare ricorso ala Consulta sulla questione del bando per le periferie e il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha così commentato: “Abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, nell’interesse delle Città metropolitane e dei Comuni coinvolti, la legge con la quale il governo nazionale ha congelato fino al 2020 le risorse destinate alla riqualificazione di 120 periferie in Italia”.
«Lo facciamo – continua – perché siamo convinti che si tratta di una decisione sbagliata, che penalizza, ancora di più, le aree già svantaggiate come la Sicilia: e a subirne gli effetti saranno i più deboli. Più che facilitare gli investimenti nelle aree degradate del Paese, si sono bloccati anche quelli già avviati. Una scelta che in Sicilia coinvolge molti progetti per diverse centinaia di migliaia di euro. Anche per questo motivo, qualora dovesse essere confermata la decisione del governo centrale, ci faremo carico di finanziare, con fondi extraregionali, alcune delle opere ‘congelate’».
La decisione ieri dopo che anche l’AnciSicilia aveva chie al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che la Regione siciliana impugnasse il decreto legge n. 91/2018, c.d. Bando Periferie, dinanzi alla Corte Costituzionale e offre il proprio supporto ai Comuni interessati nel proporre impugnativa in sede amministrativa presso il Tar di competenza.
L’impatto della norma approvata nel “Milleproroghe” con la quale è stata prevista la sospensione fino al 2020 del Bando di riqualificazione delle periferie, ha creato, infatti, ai comuni siciliani, tenendo conto anche del co-finanziamento, un danno economico di complessivi 500 milioni di euro e ha coinvolto 117 Comuni, tra i quali le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i nove Comuni capoluogo.
Fondi che, molti degli Enti interessati, avevano già previsto nel loro bilancio 2017 finalizzandoli alla realizzazione degli interventi per i quali avevano reso la progettazione esecutiva, arrivando, in molti casi, anche all’affidamento della stessa .
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando nonché presidente di AnciSicilia ha voluto sottolineare che “La rimodulazione dello stanziamento di risorse destinate alle periferie è un inaccettabile atto di disinteresse per la vivibilità di 117 comuni siciliani e ha ignorato previsioni di legge, convenzioni firmate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e registrate dalla Corte dei Conti, progetti esecutivi, atti e impegni già assunti.
Chiediamo, insieme ad Anci, che sta già predisponendo uno schema di risoluzione che sarà presentato, a giorni, in Consiglio delle Autonomie locali contenente la proposta di impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale del decreto 91/2018 che tali risorse vengano, invece, confermate nel rigoroso rispetto di scelte, progetti e tempi utili per la rigenerazione urbana nella piena convinzione che un generico rinvio al 2020 rischierebbe di vanificare gli sforzi già profusi rendendo, in alcuni casi, non più attuali i progetti”. A fargli eco anche Mario Emanule Alvano, segretario generale di AnciSicilia.
“Gli Enti locali siciliani, per la realizzazione degli interventi, per i quali hanno partecipato al Bando Periferie – continua il presidente Orlando – sono stati impegnati in maniera significativa sia rispetto alle previsioni di bilancio, sia in termini di attività degli uffici tecnici e per tali ragioni, nel periodo di interesse, non hanno potuto beneficiare di ulteriori opportunità di finanziamento nazionali e regionali.
Senza considerare il fatto che con il decreto 91 vengono, di fatto, bloccati interventi di riqualificazione e rigenerazione non solo nel senso strutturale del termine ma anche in senso di sicurezza sociale e tutti in aree particolarmente degradate, sotto entrambi i profili”.
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