La banca gli nega un prestito urgente da 15 mila euro e un imprenditore della provincia di Palermo per protesta scrive al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La storia è di quelle che lasciano l’amaro in bocca ed è stata denunciata dalla Lega attraverso la pagina Facebook del partito a Palermo e provincia. A fronte della richiesta di denaro da parte dell’imprenditore, che opera nel settore della vendita di auto, l’istituto di credito avrebbe risposto che per evadere le pratiche del fido ci sarebbero voluti due mesi. Un’eternità. L’uomo così ha deciso di scrivere al premier, lamentando un eccesso di burocrazia in una fase di emergenza come quella del coronavirus.
“Mi ha mandato la lettera in copia e mi ha raccontato la sua storia e il punto a cui è arrivato per colpa di questa emergenza – scrive su Facebook, Antonio Triolo, commissario della Lega a Palermo e provincia – : chiedersi se, piuttosto che chiedere aiuto alle banche ed allo Stato, non fosse meglio rivolgersi allo “Zio Totò” di turno (che in Sicilia si chiama mafia ed altrove usuraio) ma, come la si chiami, è feccia che attende chi è in difficoltà come gli avvoltoi volteggiano sui moribondi. Lui ci ha pensato per un attimo e se ne è vergognato anche grazie al pensiero di sua figlia”.
“Mentre Conte va in televisione ogni sera con annunci di misure e provvedimenti inadeguati – aggiunge Triolo nel post – imprenditori e partite iva falliscono o rischiano di finire nelle mani di cosa nostra. Caro governo, non servono misure confuse e cavilli che solo ad interpretarle ci vogliono eserciti di consulenti, servono soldi in tasca a persone ed imprese e servono subito”.
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