Categories: Cronaca

Bagheria. Arrestati 10 rapinatori, utilizzavano per i colpi un bambino

di redazione

Una mamma con un bimbo per mano non desta mai particolari sospetti… e questo di certo era il il punto di forza. Lei entra insieme al figlio di 10 anni, verifica che all’interno dell’esercizio commerciale preso di mira sia tutto tranquillo e dal il via ai complici ma senza allontanarsi troppo… Seguendo questo modus operandi una banda di rapinatori a conduzione familiare ha terrorizzato per mesi Bagheria. Nove i colpi messi a segno ai danni di tabacchi, pompe di benzina e banche. Agivano solitamente nel wee end quando le casse di negozi e distributori di carburante erano pieni e il bottino poteva essere maggiore. Non lasciavano nulla al caso ed erano organizzatissimi: le rapine erano studiate nei minimi particolari. Una banda a conduzione familiare in cui ciascuno aveva un ruolo preciso. Dieci le persone arrestate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Il capo dell’organizzazione era, per gli inquirenti, Rosario Schillaci, bagherese di 43 anni con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. Schillaci impiegava per le rapine il figlio ventenne Emanuele, utilizzato per l’irruzione all’interno degli esercizi commerciali e la sua convivente Tiziana Verdicaro di 32 anni e il nipote di 23 anni Nicolò Lanza, impiegati per eseguire dei sopralluoghi all’interno delle rivendite di tabacchi. In manette anche Giovanni Bravo, 19 anni, Luca Vella, 23 anni, Maurizio Croce, 26 anni, Francesco Croce, 37 anni, Gregorio Mineo, 44 anni, Mirko Talamanca,37anni. Fondamentali per l’inchiesta le immagini girate dai sistemi di videosorveglianza installati negli istituti di credito e nei negozi presi d’assalto. Ricostruita la cerchia dei sospettati, i magistrati hanno disposto una serie di intercettazioni che hanno consentito di scoprire il modus operandi della banda che preparava accuratamente i colpi e agiva con grande rapidità usando coltelli e pistole giocattolo. Rosario Schillaci pianificava volta per volta la rapina, studiando le vittime e dando ai complici ruoli precisi: c’era chi faceva i sopralluoghi, chi faceva il palo segnalando la presenza di eventuali testimoni o l’arrivo delle forze dell’ordine.
Gli esecutori materiali venivano scelti per giovane età e prestanza, in modo da assicurare azioni decise e rapide, mentre la donna, coinvolta nelle rapine, portava con sé il figlio di 10 anni durante i sopralluoghi per non destare sospetti, poi usciva e dava il via libera ai complici.
Le nove rapine hanno fruttato circa cento mila euro. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bagheria sono state coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Ennio Petrigni e Ilaria Auricchio. Le indagini hanno preso spunto dagli accertamenti tecnici svolti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale, intervenuta per i sopralluoghi tecnici sui luoghi delle rapine.

Redazione

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