di redazione
I Carabinieri di Palermo hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Tribunale di Palermo a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla concussione.
Le indagini hanno preso l’avvio dalla denuncia presentata ai militari dell’Arma da parte di una casalinga 50enne, madre di una ragazza appena 18enne affetta da gravi handicap psicomotori e per questo in attesa di ricevere la pensione d’invalidità civile.
L’indagine ha permesso di individuare negli odierni arrestati la figura dei “procacciatori” di affari, che ricercavano le potenziali vittime e intrattenevano con loro i contatti durante tutto l’iter illecito della pratica, e degli “impiegati”, pubblici ufficiali, che si occupavano di “estrarre” le pratiche “segnalate”, e quindi accelerare la formazione dei decreti ovvero rallentarne l’iter quando le richieste di denaro non fossero corrisposte.
Le facilitazioni si concretizzavano solo quando le somme pattuite fossero state effettivamente corrisposte in contanti.
Le indagini hanno fatto emergere anche casi in cui, a fronte di ripensamenti da parte delle vittime colte da difficoltà di liquidità, il gruppo criminale procurava artatamente il “congelamento” della pratica, quale forma di pressione per conseguire l’illecito profitto.
Il compenso era fissato al 10% delle somme spettanti alle vittime quali arretrati: in concreto dai 500 ai 2000 euro, successivamente ripartiti tra i correi.
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