Ieri è finalmente approdata in Consiglio Comunale la mozione, promossa dal comitato “Esistono i Diritti” e firmata da diversi consiglieri comunali, che chiede che al Sindaco di farsi promotore delle trascrizioni dellə figliə delle Famiglie Arcobaleno, riprendendo l’appello “Sindaco trascrivi” lanciato in passato proprio da Famiglie Arcobaleno.
Come abbiamo scritto qualche mese fa, abbiamo ritenuto politicamente inaccettabile che il contenuto della mozione non fosse mai stato discusso innanzitutto con le famiglie omogenitoriali (a partire da Famiglie Arcobaleno, la nota associazione che si è fatta carico di rappresentare la loro visibilità e le loro lotte) né tanto meno con il movimento LGBTQIA+.
Proprio per questo abbiamo chiesto al Consiglio Comunale di avviare un’interlocuzione su un punto fondamentale: dei provvedimenti che riguardano i diritti delle famiglie arcobaleno e delle persone LGBTQIA+ si discute CON le famiglie arcobaleno e le persone LGBTQIA+, con le associazioni che vivono il movimento, lo costruiscono, lavorano per promuoverne i diritti, subendo quotidianamente attacchi e fango.
Il punto è stato oggetto di una proficua riunione con la capigruppo del Consiglio Comunale, conclusa con l’impegno a lavorare a un emendamento migliorativo del testo. Infatti, nonostante modalità politicamente inaccettabili, perché del tutto scollegate dalle reali istanze e richieste delle Famiglie Arcobaleno e dalle associazioni del movimento LGBTQIA+, abbiamo comunque deciso di adottare un atteggiamento costruttivo. In questo senso, abbiamo formulato un testo che nulla toglie alla mozione presentata dal Comitato “Esistono i diritti”, e, al contrario, la arricchisce e riempie di contenuti politici:
• costituzione di un tavolo permanente tra il Consiglio Comunale e le associazioni LGBTQIA+;
• attività di formazione, da costruire insieme alle associazioni, rivolte alla rete e ai dipendenti dei servizi territoriali del Comune;
• servizi per il contrasto all’omolesbobitransafobia in sinergia col Centro Antidiscriminazioni Protego;
• identità alias per il personale dipendente e per il pubblico nell’accesso ai servizi del Comune e delle municipalizzate;
• vigilanza sull’anagrafe, che nei rinnovi dei documenti d’identità dellə figliə delle Famiglie Arcobaleno attualmente rifiuta di trascrivere entrambi i genitori (anche quando nel documento d’identità scaduto o nel passaporto erano già stati trascritti entrambi);
• rinnovo del protocollo d’intesa firmato nel 2021 dalle associazioni LGBTQIA+ col Comune di Palermo.
Purtroppo, la seduta in cui si doveva discutere della mozione e del nostro emendamento è stata interrotta per le intemperanze di Gaetano D’Amico (promotore del Comitato “Esistono i Diritti”), col concreto rischio la discussione non riprenda e si sia persa l’ennesima occasione per lavorare sui diritti. Sceneggiata utile esclusivamente a compattare la peggiore destra varchiana e a facilitargli il lavoro, com’è accaduto ieri.
Come previsto, a seguito della sospensione della seduta abbiamo assistito all’ennesima serie di dichiarazioni schiumanti di rabbia, a cui siamo ormai abituati, di membri del Consiglio Comunale, che spaziano dalla completa ignoranza su cosa sia l’identità alias (si è paventato il rischio per i criminali di camuffarsi: dalla famiglia Figuccia continuiamo a ricevere perle che resteranno negli annali!), all’accusa al movimento LGBTQIA+ di essere comitato elettorale di una consigliera comunale, proveniente dal consigliere Inzerillo, tristemente tra i primi firmatari della mozione promossa dal Comitato.
Noi, dal nostro canto, continuiamo a ripetere la stessa domanda: il Consiglio Comunale di Palermo è interessato a votare un atto che sia minimamente efficace e utile? I consiglieri comunali che hanno firmato la mozione di “Esistono i Diritti” sono realmente interessati alla comunità LGBTQIA+ o vogliono solo piantare una bandierina totalmente inefficace? Il Comitato, che, com’è noto, non fa parte degli spazi del movimento e delle associazioni LGBTQIA+, e i consiglieri comunali, che da sempre frequentano i nostri spazi e vengono al Pride, spendendo politicamente il loro “progressismo” e la vicinanza alla causa dei diritti delle famiglie arcobaleno e delle persone LGBTQIA+, vogliono fare qualcosa di concreto per la comunità LGBTQIA+ palermitana? Vogliono continuare a coltivare un orticello utile solo alla destra?
E se quest’ultima si nasconde dietro il “Palermo affonda e voi pensate a queste cose”, dimenticando (?) che la città è governata proprio da loro, noi ribadiamo che Palermo è di tuttə, e tuttə abbiamo diritto a una città equa, ben amministrata, attenta ai diritti.
Uno slogan del Palermo Pride di qualche anno fa diceva “i nostri corpi non sono luoghi di conquista”, e neppure campi di battaglia: lo ripetiamo ancora una volta a chiunque abbia l’intenzione di usarci per bieche mire elettorali e posizionamenti politici.
Chi è con la comunità LGBTQIA+ palermitana voti l’emendamento che abbiamo scritto: saremo attentə a chi vota cosa e non permetteremo più che il Pride venga usato da passerella per chi non ha alcun interesse per la nostra comunità.
Famiglie Arcobaleno
Arcigay Palermo
Ali D’Aquila (Circolo di Palermo di REFO e Cammini di Speranza)
Coordinamento Palermo Pride
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