ROMA (ITALPRESS) – Tra l’8 e il 10% alle prossime elezioni politiche. È l’obiettivo che fissa Carlo Calenda, fondatore e leader di Azione, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia di stampa Italpress.
“Puntiamo ad è arrivare per le elezioni intorno all’8-10%, al momento i sondaggi ci danno intorno al 4 e ci abbiamo messo dieci mesi – ha spiegato -. Per dare un parametro, partendo da zero per arrivare dove siamo noi Meloni ci ha messo cinque anni. Il lavoro è molto lungo e faticoso perché devi fare politica, che non è quella in cui ti allei col tuo contrario per dire che resti al governo, ma andare in giro per l’Italia, spiegare le proprie idee e convincere gli italiani di un voto utile perché sentito, non perché serve a far perdere l’altro”.
Secondo Calenda non ci saranno elezioni anticipate. “Tanto più perché hanno tagliato i parlamentari, e quindi nessuno vuole andare al voto, tanto più perché l’attuale maggioranza di governo sa che il rischio di perdere è molto alto, credo arriveranno a fine legislatura. Da un lato, per noi di Azione, c’è il tempo di fare un lavoro faticoso e lungo e dall’altro lato misurare il governo”, ha spiegato l’ex ministro.
Per Calenda la nuova legge elettorale deve dare “la possibilità agli elettori di scegliere esattamente chi votano, anche per togliere alibi. Il proporzionale puro – ha continuato – può andare bene se metti la preferenza, dopodiché purtroppo non c’è alternativa. Se rimaniamo con la legge attuale, il Senato ha uno sbarramento effettivo del 20%, che è inaccettabile. Penso che faranno un proporzionale, spero con una soglia di sbarramento al 5% e le preferenze”.
“In questi mesi di Covid – ha evidenziato -, ogni volta che c’era un provvedimento che non funzionava ho sempre criticato ma proponendo un’alternativa. Il governo non ha mai ascoltato”. “Abbiamo speso – ha aggiunto – 105 miliardi di euro malissimo. C’è un fondo da 4 miliardi per la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese impossibile da usare perché è complicatissimo”. Per Calenda occorre “non stare a fare gli incentivi, i click day, il fondo perduto”, ma ridare “a tutte le imprese l’anticipo di 20 miliardi di euro dato a novembre sulle tasse Ires e Irap di quest’anno”. “La semplificazione – ha sottolineato Calenda – nasce dalla buona gestione”.
“Dobbiamo prendere il Mes e i fondi del Recovery fund”, ha affermato il leader di Azione, ma con un’avvertenza: “È debito, quindi va speso bene”.
(ITALPRESS).
ym/sat/red
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