ROMA (ITALPRESS) – Un decreto ministeriale che modifichi il regolamento per il titolo di avvocato specialista. È questa la richiesta di quattro fra le maggiori associazioni forensi specialistiche – l’Unione nazionale Camere avvocati tributaristi, gli Avvocati giuslavoristi italiani, l’Unione delle Camere penali italiane e l’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori – che hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, proprio per sollecitare la promulgazione del decreto. Le associazioni, come spiegato nella missiva, in queste settimane sono impegnate nella pubblicazione dei bandi di ammissione alle Scuole biennali di Alta formazione e qualificazione professionale, per il conseguimento del titolo di avvocato specialista. “La piena operatività del Regolamento”, secondo i rappresentanti delle associazioni, consentirà “sia di operare per il futuro sia di onorare gli impegni nei confronti di una intera generazione di avvocati specialisti”.
“Abbiamo sollecitato il ministro – ha detto all’Italpress l’avvocato Michele Di Fiore, direttore della scuola di specializzazione di Uncat e presidente di Gnosis Forense – a promulgare il decreto che integra la disciplina, finora non completa, per l’attuazione del percorso della specializzazione forense. Finché non viene promulgata questa ulteriore parte di disciplina attuativa non è possibile portare a termine il percorso della specializzazione. Se si arriva al traguardo con la promulgazione di questo decreto, vediamo finalmente realizzato un nuovo scenario per l’avvocatura”.
Per Di Fiore in futuro bisognerà scegliere il proprio avvocato come si fa con il medico: “Per farsi curare una frattura – ha spiegato – si va dall’ortopedico e così dovrà avvenire per l’avvocato”. “Il cittadino, grazie a questa specializzazione – ha aggiunto -, potrà veder tutelati meglio i propri diritti di difesa”.
A giugno, le stesse associazioni forensi specialistiche, in un’altra missiva indirizzata al ministro della Giustizia, avevano espresso alcune osservazioni sul parere pronunciato dalla commissione Giustizia della Camera. Tali rilievi, tra l’altro, riguardavano la “inopportunità di estendere il riconoscimento della specializzazione ai Master universitari di II livello e ai corsi organizzati dalle associazioni forensi rappresentative ma non specialistiche”.
“Ci opponiamo alla possibilità che le scuole di specializzazione vengano gestite da associazioni forensi non specialistiche perché è un ossimoro”, ha sottolineato Di Fiore. “Non potrebbero farlo le associazioni forensi generaliste – continua Di Fiore -, così come non lo potrebbe fare da sola l’università, atteso che nell’accademia si insegna il sapere invece noi miriamo a trasferire il saper fare professionale”, ha aggiunto. Quelle proposte potrebbero essere superate ma, tra le tre ipotesi, potrebbe “essere riconosciuto il dottore di ricerca come titolo equipollente a quello dello specialista”.
“Appare particolarmente urgente in questo momento – ha detto all’Italpress Angelo Cuva, vicepresidente Uncat e docente di diritto tributario dell’Università di Palermo – l’adozione, da parte del ministro, del nuovo decreto che disciplina il titolo di avvocato specialista, in considerazione della sempre maggiore esigenza di una figura legale che sia altamente specializzata. In particolare – ha continuato -, per quanto riguarda la materia fiscale, questa esigenza è fortemente sentita in considerazione dell’iperproduzione legislativa che caratterizza questo settore e dell’estremo tecnicismo della disciplina, che impone un continuo aggiornamento da parte dei professionisti che si occupano del diritto tributario. In questa direzione – ha aggiunto – la Scuola di alta formazione dell’Uncat svolge da tempo un compito di grande importanza”.
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