Autunno 2024, mazzata per chi ha questi termosifoni: NON si devono più usare | Se ti beccano sono dolori
Devi dirgli addio, non si dovranno più usare: qual è il motivo
In molte regioni d’Italia, nonostante sia iniziato settembre, le temperature sono ancora piuttosto alte e di fatto l’armadio è ancora quello tipicamente estivo: spazio quindi a gonne, pantaloncini e abiti corti, finché è possibile farlo! Anche le scarpe sono ancora aperte, fino a quando si riesce. Presto, però, inizierà l’autunno e i termometri segneranno un graduale arrivo del freddo, da alcuni amato e da altri odiato.
Si avvicina quindi il cambio armadio, nonché è quasi tempo di divano e copertina calda, piumone sul letto e termosifoni accesi. Nonostante si cerchi di resistere il più possibile all’accensione del riscaldamento, soprattutto per motivi economici, di fatto entro novembre o dicembre pressocché tutte le case han dovuto cedere ai caloriferi.
Proprio in merito ai termosifoni, c’è una novità che non farà piacere a nessuno. Questi modelli, infatti, non dovrebbero essere mai più usati: ecco di quali si tratta, qual è il motivo e soprattutto con cosa si può scaldare casa se li si disinstalla.
Addio termosifoni tradizionali: cosa sta succedendo
Nell’ambito del riscaldamento e del raffrescamento degli ambienti chiusi, come casa e uffici, la ricerca è sempre sul pezzo, pronta a proporre soluzioni sempre più green dal punto di vista dell’inquinamento che, però, al tempo stesso assicurino un buon funzionamento per chi le adotta. Per lungo tempo, la modalità considerata la migliore a livello ecologico per il controllo climatico è stata quella della pompa di calore, oggi diffusa in tutt’Italia ma non solo. Nelle ultime ore, però, dalla Germania è arrivata un’invenzione che potrebbe soppiantare anche la pompa di calore: stiamo parlando dei materiali elastocalorici, una tecnologia che consentirebbe di dire addio ai vecchi tradizionali termosifoni, ancora legali ma di certo molto più dispendiosi ed inquinanti.
I materiali elastocalorici possono variare la loro temperatura grazie a delle sollecitazioni meccaniche come la compressione o l’allungamento, quindi con un processo di deformazione. Non è previsto l’uso di compressori o di refrigeranti, quindi il consumo energetico è drasticamente ridotto.
Come funzionano
Prendendo come esempio un materiale composto da titanio e nichel, se viene allungato questo produce calore. Al contrario, invece, con la compressione assorbe calore, quindi genera raffreddamento nell’ambiente in cui si trova. I primi prototipi sono molto promettenti ma la ricerca è ancora in corso: se tutto andasse per il verso giusto, però, si potrebbero addirittura superare le moderne pompe di calore.