Atto intimidatorio contro Alfonso Cicero, commissario dell’Irsap

PALERMO – Un atto intimidatorio è stato ieri questa sera ai danni del commissario straordinario dell’Irsap (l’Istituto regionale per le attività produttive) Alfonso Cicero. Una valigetta contenente alcune bottiglie di liquido infiammabile e una bomboletta di gas è stata lasciata davanti all’abitazione di Cicero, dove in quel momento si trovavano la moglie e i figli, nei pressi del Palazzo di giustizia di Caltanissetta. L’intimidazione è stata subito denunciata alla polizia, che in questo momento sta compiendo un sopralluogo con la scientifica. Cicero, che in questi giorni è stato designato dal governo regionale come presidente del Cda dell’Irsap, negli ultimi anni è stato protagonista di numerose iniziative e denunce sul rischio di infiltrazioni mafiose nelle Asi di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.

“Un terribile atto di intimidazione – ha detto ieri il presidente della Regione, Rosario Crocetta – è stato compiuto intorno alle 16:30 di oggi ai danni del presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero. Ignoti hanno lasciato una valigetta con materiale incendiario davanti l’abitazione dove vive con moglie e figli. Domani alle 11:30 sarò insieme Cicero per la conferenza stampa. Non si può lasciare isolato un uomo che sta rischiando in maniera seria la propria vita per combattere il malaffare”.

«Condanno il vile gesto intimidatorio ai danni di Alfonso Cicero commissario straordinario dell’Irsap. Non c’è alcun dubbio che le attività portate avanti da Cicero alla guida dell’Irsap negli ultimi tempi hanno portato al crollo di un sistema politico-clientelare e affaristico mafioso che ingrassava alle spalle delle aziende sane della Sicilia grazie alla collusione di colletti bianchi, politica e comitati di affari». E’ la dichiarazione di Giorgio Cappello, presidente del comitato Piccola industria di Confindustria Sicilia e vicepresidente regionale dell’associazione degli imprenditori. «L’intimidazione a Cicero, nella sua drammaticità e gravità, è il segno che si vuole fermare il cambiamento e la pulizia che è stata avviata all’interno dei consorzi riformati. Sono finiti i tempi delle vacche grasse – continua Cappello – dove in ogni Consorzio ASI il politico provinciale di turno riusciva a imporre i professionisti cui affidare incarichi molto remunerativi per loro ma spesso poco utili all’interesse pubblico e delle aziende». E poi racconta: «In alcuni casi gli uffici delle ex Asi, negli anni ormai trascorsi, erano diventati segreterie politiche e luoghi di incontri di alcuni deputati. La collusione tra malapolitica, colletti bianchi e comitati d’affari ha portato nell’ultimo ventennio ad alimentare la malaburocrazia e il malaffare all’interno degli insediamenti industriali dell’isola a discapito della crescita e dello sviluppo delle piccole e medie imprese siciliane, vera spina dorsale dell’economia e unica fonte di produzione della ricchezza e onesto strumento per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani siciliani. La politica regionale sia responsabile e contribuisca ad accelerare l’azione riformatrice delle 11 Ex Asi siciliane oggi IRSAP istituito con la legge regionale 8/2012. Noi imprenditori, siamo consapevoli che la riforma delle Ex Asi siciliane, portata avanti da Alfonso Cicero ha creato e continua a creare tanto scompiglio perché con la nascita dell’IRSAP sono crollate 800 poltrone e poltroncine gestite dal vecchio e occulto sistema di potere provinciale della politica. La riforma dei consorzi ex Asi ha messo la parola fine alla proliferazione di carrozzoni che per troppo tempo hanno caratterizzato l’organizzazione dell’apparato pubblico regionale. «Rispetto ai vecchi carrozzoni regionali, l’Irsap oggi costituisce una innovazione per la gestione e la modernizzazione delle aree di sviluppo industriale che respinge le pressioni della malapolitica e della mafia. Questo dà fastidio alla mafia che punta a far dimettere Cicero dal suo incarico ma non ai cittadini onesti che chiedono a Cicero di rimanere dov’è. Vada avanti e la politica la smetta con le sterili e strumentali polemiche».