Attentato Egitto, esplosioni in una moschea: centinaia le vittime
Attentato Egitto: terrore in Sinai, durante il venerdì di preghiera. Ad essere colpita da un sanguinoso attentato è un moschea nel nord del Sinai, a Rawda, in una località situata fra Bir Al-Abed e il capoluogo del Sinai settentrionale Al Arish. Secondo l’agenzia di stampa di Stato Mena sarebbero 115 vittime e oltre 100 i feriti. L’attacco è stato condotto piazzando più «bombe all’interno» del luogo di culto e sparando sui fedeli che fuggivano dopo l’esplosione.
Fonti del posto hanno riferiti all’ANSA che i morti sono 125. I fedeli “sono stati presi di mira da terroristi che li aspettavano davanti alla porta”, hanno precisato fonti che preferiscono restare anonime. L’attentato è avvenuto durante la preghiera del venerdì islamico.
Secondo quanto riferito al canale Extra News dal responsabile dei soccorsi, Ahmad al-Ansari, i terroristi hanno aperto il fuoco anche sulle ambulanze arrivate sul luogo dell’attacco, ostacolando così il lavoro dei soccorritori che, tuttavia, sono riusciti a raggiungere la moschea.
Attentato Egitto: opera di un gruppo jihadista
Nel Sinai settentrionale è attivo un gruppo jihadista alleato dell’Isis. All’interno della moschea erano radunate almeno 200 persone. I terroristi hanno bruciato “una decina” di auto dei fedeli parcheggiate davanti alla moschea.
Il sito “Sinai plus” riferisce che “dieci ambulanze” sono state fatte convergere sul posto da Ismailia. Al-Sisi convoca riunione di emergenza Il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ha convocato una riunione di emergenza con i responsabili della sicurezza dopo l’attentato: lo riferiscono i media locali.
Gli ospedali del nord del Sinai hanno dichiarato lo Stato d’emergenza, in particolare quelli della zona di Bir Abed. Il 9 aprile di quest’anno sono state colpite le chiese copte di Tanta e Alessandria d’Egitto, dove sono morte 47 persone. In luglio almeno 23 soldati sono stati uccisi in un agguato. A novembre 2014, Ansar Bait al-Maqdis, organizzazione jihadista egiziana, ha dichiarato la sua affiliazione al califfato islamico, trasformando la penisola del Sinai in una provincia dell’Isis.