Violento attacco dei deputati 5 stelle ai provvedimenti sulle IPAB (Istituzioni di Pubblica assistenza e Beneficienza) inseriti nella Finanziaria regionale: “Venti commi di delirio, spesso contra legem, perfettamente aderenti e coerenti con il nulla di fatto di questo governo in materia di welfare”.
“L’articolo 44 del ddl – afferma la deputata Angela Foti – dà un’ulteriore prova della completa ignoranza dell’argomento,della normativa vigente, o ancor peggio della malafede da parte del governo e della dirigenza che lo hanno predisposto, in cui si esprime in pieno il grossolano dilettantismo nell’affrontare la straordinaria risorsa costituita delle Ipab. Il comma 19, che riduce gradualmente dal 2016 il contributo regionale previsto per questi enti dalla legge 71, fino all’eliminazione totale a partire dal 2020, è il chiaro segnale della volontà di questo governo non solo di di abbandonare al loro destino le Ipab, ma anche di non tenere in nessuna considerazione le attività socio-assistenziali che queste svolgono nell’interesse ed a favore delle fasce più deboli della società”.
“Significativo e assurdo – continua Foti – è pure il comma 14: prevede che il patrimonio immobiliare, spesso di interesse storico-artistico, possa essere alienato al fine di appianare le posizioni debitorie delle Ipab, senza tenere conto della volontà dei benefattori e dei vincoli statutari.
È facile comprendere come un bene della collettività sarà svenduto, arricchendo, come al solito, pochi e depauperando invece il patrimonio della collettività, tutto mettendo in mobilità il personale. E questo è inaccettabile”.
“E’ solare – conclude – che non si vuole permettere a queste strutture, attraverso una riforma che comporterebbe anche il pieno recepimento della legge 328/2000, di potersi trasformare in aziende per i servizi alla persona, consentendo alle Ipab siciliane di intraprendere un percorso, da oltre un decennio, collaudato nelle altre regioni italiane.In tutto questo complice anche l’Ars e la commissione di merito, che, nonostante ci siano numerose proposte di legge, non mette in discussione la riforma permettendo che in finanziaria si possano insinuare tali oscenità. Gli interessi dei privati continuerebbero così ad essere al riparo da un competitore pubblico che a pieno titolo dovrebbe poter cogestire i piani di zona”.
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