di redazione
Manca il gasolio nei mezzi dell’Ast, l’azienda siciliana trasporti e mancano i soldi per acquistare il carburante e per pagare gli stipendi dei dipendenti. Perciò i pullman escono a singhiozzo e numerose corse sono saltate, lasciando a piedi i pendolari anche della provincia di Palermo, tra i quali molti studenti. L’AST è una delle prime società partecipate della Regione a fare i conti con il taglio del 20 per cento del contratto di servizio previsto da una delibera del governo Lombardo che dovrà diventare legge nella finanziaria. Il taglio non sarà indolore. Né per l’azienda, alla quale viene chiesto una riduzione di corse e servizi e nemmeno per i 1200 dipendenti per i quali, in estrema ratio, potrebbero scattare licenziamenti. L’azienda attende 20 milioni di euro dalla Regione, altri 20 milioni dai Comuni. Senza questi soldi il servizio non verrà garantito e a farne le spese sono sempre i viaggiatori, costretti a lunghe attese alle fermate dei bus. Insomma l’AST è nella palude e il direttore dell’azienda Emanuele Nicolosi, minaccia le dimissioni. E mentre i bilanci sono in rosso, la Corte dei Conti indaga su presunti sprechi
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