Assunzioni al 118: la Corte dei Conti condanna 17 politici
In occasione delle elezioni regionali del 2006, “senza alcuna preventiva verifica di utilita’ ed economicita’” e nonostante fosse stata prevista per legge la non prorogabilita’ della convenzione oltre il 31 dicembre 2005…
di redazione
Palermo, 28 Feb. – In occasione delle elezioni regionali del 2006, “senza alcuna preventiva verifica di utilità ed economicità” e nonostante fosse stata prevista per legge la non prorogabilità della convenzione oltre il 31 dicembre 2005, il presidente della Regione, gli assessori regionali e i deputati “avevano disposto sia il potenziamento del numero delle ambulanze, quasi raddoppiandolo (da 167 a 280), sia la diminuzione, da 36 a 30, del monte ore settimanale del personale già in servizio”.
Tutto ciò, secondo i magistrati contabili, causando “un conseguente incremento esponenziale del fabbisogno del personale, che ha consentito l’assunzione diretta di circa tremila persone individuate nel bacino del precariato di settore”.
Oggi la Corte dei Conti ha condannato 17 deputati regionali in carica tra il 2005 e il 2006 per il cosiddetto “scandalo Sise”, ovvero le assunzioni nel servizio del 118.
La sentenza, emessa dalla sezione Giurisdizionale di Appello, ribalta quanto deciso in primo grado, dove i politici erano stati assolti. Condannati in 17, tra cui diversi componenti della Giunta Cuffaro, oltre allo stesso ex governatore.
Questi gli ex assessori condannati: Innocenzo Leontini, Carmelo Lo Monte, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio, Fabio Granata, Michele Cimino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio.
Condannati anche i componenti dell’allora commissione Sanità dell’Ars: Santi Formica, Nino Dina, Giuseppe Basile, David Costa, Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone, Angelo Stefano Moschetto.
I politici sono stati condannati a risarcire poco meno di 12 milioni e 500mila euro.