Assoluzione per l’ex governatore della Sicilia ed ex leader del Mpa, Raffaele Lombardo: la sesta sezione della Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso della Procura generale di Catania contro la sentenza del 7 gennaio del 2022 che lo ha assolto dalle imputazioni di concorso esterno alla mafia, perché il fatto non sussiste, e di reato elettorale aggravato dall’avere favorito il clan Cappello, per non avere commesso il fatto.
Il commento dell’ex governatore è stato: “Provo soltanto amarezza e non felicità forse per i tredici anni della mia vita passati in vicende giudiziarie e per il massacro mediatico subito”», ha commentato l’ex governatore.”
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani: “La definitiva assoluzione di Raffaele Lombardo dalle accuse di concorso esterno e di corruzione elettorale aggravata dall’avere favorito la mafia è una doppia buona notizia.
Da un lato perché la sentenza della Cassazione cancella ogni possibile ombra sul fatto che un ex presidente della Regione possa essere sceso ad accordi con la mafia, dall’altro perché restituisce, a tredici anni dall’avvio dell’inchiesta e dopo un iter molto complesso e travagliato, serenità a una persona perbene e alla sua famiglia”.
“Una notizia che rilancia definitivamente l’azione del Mpa che per 13 anni ha subito una brusca interruzione”.
Così, coloro i quali nel 2005 fondarono il Movimento per l’Autonomia e parteciparono al primo congresso insieme a Raffaele Lombardo, commentano la notizia della decisione della Cassazione di ritenere inammissibile il ricorso della Procura generale contro l’assoluzione dell’ex Presidente della Regione Siciliana.
“La grande fiducia nei confronti della magistratura e soprattutto nell’operato di Raffaele Lombardo – proseguono i fondatori del Mpa – ha sempre permesso di guardare con ottimismo alla decisione finale che ha definitivamente chiuso una vicenda e un bombardamento mediatico che dura da 13 anni e precisamente dal 29 marzo del 2010”.
“Oggi più che mai, la Sicilia e il Sud hanno bisogno di un partito autonomista in grado di arginare e fermare il costante e scientifico depotenziamento di queste aree a vantaggio del nord e con la chiara complicità di certa politica e apparati d’affari. Dalle infrastrutture negate, ai finanziamenti europei che sempre più spesso diventano per essere sostitutivi e non aggiuntivi rispetto a quelli nazionali. Termini come perequazione infrastrutturale e autonomia differenziata devono tornare ad essere i punti focali dell’agenda politica nazionale”.
Al pensiero dei fondatori del Mpa, si associano i deputati regionali, i sindaci e i consiglieri del movimento di tutta la Sicilia.
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