Assessorato alla Salute, scandalo assenteismo: arresti e denunce

Assessorato alla Salute, un blitz questa mattina ha scosso gli uffici di Pizza Ottavio Ziino: undici dipendenti sono finiti agli arresti domiciliari ad altri undici dipendenti è stato notificato l’obbligo di firma e venti sono stati denunciati. Sono 42 in totale i dipendenti indagati dell’assessorato regionale per un totale di 400 ore di assenza accertate in un mese.

L’indagine della Guardia di Finanza, partita circa due anni fa ha scoperto un malcostume diffuso presso la sede dell’assessorato; molti dipendenti utilizzavano il vecchio giochino di farsi timbrare il cartelli dai colleghi, altri ancora si presentavano neanche in ufficio, o arrivavano con tre ore di ritardo, però risultavano sempre presenti.

Come di consueto nei casi di assenteismo c’era chi andava a fare la spesa, chi shopping, oppure dal parrucchiere. Assenze saltate fuori grazie alle telecamere piazzate dai militari del Gruppo di Palermo all’ingresso degli uffici di piazza Ziino.

Assessorato alla Salute: l’indagine partita per caso

L’indagine è partita nel 2016 diciamo per caso,  dalla segnalazione di una moglie gelosa che ha chiamato il numero “117” per denunciare le strane assenze del marito. Da qui sarebbero scattati i controlli della guardia di Finanza all’interno degli uffici.

Le accuse sono di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informativo e false attestazioni e certificazioni. “C’era una prassi consolidata negli uffici dell’assessorato”, dice la Guardia di finanza in una nota. “I dipendenti gestivano i loro turni di servizio con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”. Si scambiavano i badge oppure attestavano false presenze. L’indagine ha svelato più di 400 ore attestate in maniera fraudolenta sui computer dell’assessorato.

“L’assessorato della Salute si costituirà parte civile nel procedimento e, se dovessero ricorrere i presupposti, avvierà le procedure di licenziamento per i dipendenti infedeli”, annuncia l’assessore Ruggero Razza.

Più di un dipendente su cinque avrebbe truffato sulla presenza al lavoro, come verificato dalla guardia di finanza.

 

Gli accertamenti sono stati svolti attraverso pedinamenti riscontri sul territorio e tramite l’utilizzo di microspie che hanno consentito di smascherare il fenomeno.